Il 19 aprile di ogni anno, con un’iniziativa globale, si tiene la Giornata mondiale del fegato che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di mantenere il fegato sano e prevenire le malattie epatiche. La campagna nasce con lo scopo di fornire informazioni sull’epatite virale, l’obesità, il consumo di alcol e le altre cause di malattie del fegato, nonché a promuovere la diagnosi precoce e l’accesso alle cure. Anche in Sicilia la Giornata mondiale del fegato è stata un’occasione importante per educare e informare su come prendersi cura del proprio fegato e sulla necessità di una maggiore attenzione verso la salute del fegato a livello globale. A Catania, nell’ospedale Garibaldi, uno stand ha fornito consigli, dati e materiale informativo su quelle malattie epatiche sempre più frequenti a causa dei cattivi stili di vita.
“L’informazione è fondamentale – ha spiegato Maurizio Russello (nella foto mentre spiega agli utenti il significato dell’iniziativa), direttore dell’Unità di Epatologia – in quanto queste malattie sono subdole, silenti, e i pazienti finiscono per scoprirle nelle fasi più avanzate, quando è molto più difficile curarle. Esistono più di cento malattie epatiche sulle quali potremo fornire notizie e consigli e che sono causate prevalentemente da virus, elevato consumo d’alcool, obesità e diabete mellito. Queste ultime provocano la steatosi, o comunque il cosiddetto fegato grasso, che interessa ormai un terzo della popolazione mondiale. Se riportiamo questo dato alla Sicilia partendo dal fatto che l’Isola ha cinque milioni di abitanti, possiamo calcolare che la steatosi riguardi, a grandi linee, ben un milione e mezzo di persone”.
“La cattiva notizia è che il fegato grasso è la causa più frequente, secondo dati recenti accade nel venti per cento dei casi, di malattia epatica cronica, di cirrosi e cancro del fegato – conclude Russello – ma la buona notizia è che abbiamo tutti i mezzi per fronteggiare questa situazione. Tra l’altro le autorità sanitarie statunitensi hanno recentemente approvato l’utilizzo di un nuovo farmaco, il Resmetirom, capace di risolvere, nel trenta per cento dei casi, la steatosi”.