PALERMO – I giudici della corte civile di appello di Palermo hanno condannato l’Asp di Palermo, un medico allora in servizio presso l’ospedale Cimino di Termini Imerese e la compagnia assicurativa a risarcire i familiari di un paziente morto per un infarto non diagnosticato. Nel 2010 Giovanbattista Buttitta si presentò al pronto soccorso di Termini Imerese con forti dolori nella zona toracica e addominale. Il medico in servizio praticò un elettrocardiogramma e dispose degli esami del sangue. L’elettrocardiogramma avrebbe evidenziato problemi cardiaci e una condizione da tenere sotto controllo; il medico diagnosticò una epigastralgia e il paziente venne lasciato in astanteria con una flebo contenente un diuretico. In realtà era stato colpito da infarto del miocardio che ne causò il decesso.
I familiari di Giovanbattista Buttitta, assistiti dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo e Massimo Fricano, si sono rivolti al tribunale civile di Termini Imerese che condannò solidalmente tra loro l’Asp di Palermo e il medico in servizio presso l’ospedale a un risarcimento quantificato in 706 mila euro, oltre interessi e spese legali. Adesso la corte di appello ha disposto nuovi e più approfonditi accertamenti. La sentenza di primo grado ha trovato integrale conferma, con ulteriore condanna delle parti soccombenti al pagamento delle spese del secondo grado di giudizio.