Un fenomeno poco noto ai genitori e spesso sottovalutato anche dai pediatri: è la “Shaken Baby Syndrome” (SBS), ovvero “Sindrome del bambino scosso”, anche conosciuta come “Trauma cranico abusivo” (AHT). Si tratta delle conseguenze anche drammatiche di una forma di maltrattamento la cui reale incidenza nel nostro Paese è difficile da stimare, non solo per la complessità della diagnosi, ma anche perché molte vittime non giungono all’attenzione dei medici. Mancano, purtroppo, dati epidemiologici a livello europeo e anche per quanto riguarda l’Italia non esistono dati certi sul fenomeno, ma si ritiene che l’incidenza possa essere di 3 casi ogni 10.000 bambini di età inferiore a un anno, sebbene questa cifra potrebbe rappresentare spaventosamente solo la punta di un grande iceberg sommerso. Per questo motivo l’associazione “Terre des Hommes” ha lanciato nei mesi scorsi, in collaborazione con diverse eccellenze ospedaliere pediatriche italiane, la prima campagna nazionale di prevenzione e sensibilizzazione contro la SBS dal titolo “Non scuoterlo!”.
La prima giornata nazionale si è svolta in 25 città italiane tra cui quattro siciliane: Palermo, Trapani, Messina e Catania (nella foto medici, tra cui i professori Giuseppe Ettore, Lorenzo e Vito Pavone, e volontari nello stand allestito in zona Vulcania). Nei primi mesi di vita, hanno ricordato a quanti hanno visitato gli stand gli specialisti, i muscoli cervicali del collo dei neonati sono ancora deboli e non riescono a sostenere la testa; se un bambino viene scosso con forza, dunque, il cervello si muove liberamente all’interno del cranio, provocando ecchimosi, gonfiore e sanguinamento dei tessuti; in una parola, lesioni gravissime. Scuotere il bambino, in genere, è la risposta a un pianto inconsolabile, di cui gli adulti spesso non riescono a cogliere il significato. Sentendosi quindi impotenti, possono attivare – anche inconsapevolmente – dei comportamenti inappropriati (come lo scuotimento) nel tentativo di calmare il neonato.
Spesso, lo scuotimento avviene proprio per mano degli stessi genitori o delle figure educative con cui si condivide l’accudimento dei bambini: nonni, babysitter, educatrici del nido, ecc. Secondo le società scientifiche del settore, i principali fattori di rischio che potrebbero aumentare la probabilità di SBS sono: famiglia mono-genitoriale, età materna inferiore ai 18 anni, basso livello di istruzione, uso di alcool o sostanze stupefacenti, disoccupazione, episodi di violenza in ambito familiare e disagio sociale. Tuttavia, nei casi più frequenti, è solo l’esasperazione di genitori inconsapevoli e poco informati a spingere nella direzione di una “manovra consolatoria” errata, qual è appunto lo scuotimento violento.