PALERMO – Si è aperto stamane a Palermo il processo contro i sei maggiorenni accusati della stupro di gruppo nei confronti di una ragazza, avvenuto nel capoluogo siciliano la notte dello scorso 7 luglio, in un cantiere abbandonato del Foro Italico. La vittima non è presente all’udienza preliminare e si trova in una casa-rifugio fuori dalla Sicilia, dove è stata portata dopo l’aggressione subita a pasquetta: a rappresentarla, oltre all’avvocato Carla Garofalo che la difende, anche una decina di associazioni che hanno chiesto al giudice Cristina Lo Bue di essere ammesse come parte civile e che prima dell’ingresso in aula hanno dato vita a un sit-in davanti al tribunale. Il gup si è riservata per decidere, la riserva sarà sciolta il prossimo 29 aprile.
Il processo di svolge a porte chiuse nell’aula della seconda sezione della corte d’assise. Sono dieci le associazioni che hanno chiesto la costituzione di parte civile nel processo: l’associazione Millecolori onlus, l’associazione nazionale Donne in rete contro la violenza, l’associazione ‘Le Onde’, ‘Biblioteca delle Donne centro di consulenza’, ‘Associazione Insieme a Marianna Aps’, associazione ‘Emily’ e ‘Mezzocielo’, Associazione contro tutte le violenze, associazione femminile ‘La Casa di Venere’ e associazione Mete Aps. C’è anche il Comune di Palermo che ha chiesto di costituirsi parte civile con l’avvocato Roberta Saetta.
Gli imputati sono Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao, tutti in carcere e in collegamento video per l’udienza. I difensori hanno consegnato un fascicolo ai magistrati con due video, uno dei quali girato nel quartiere della Vucciria, che mostrerebbe la vittima mentre paga da bere e poi invita il gruppo di ragazzi a vedere sul suo telefonino alcune scene dove fa sesso con altre persone. Nell’altro, invece, le immagini delle telecamere, piazzate lungo il percorso verso il Foro Italico, metterebbero in evidenza che si sarebbe messa in testa alla comitiva e, pur attraversando strade piene di persone, non avrebbe dato segno di paura, né avrebbe chiesto aiuto.
Per questo motivo i sei sostengono che lei fosse d’accordo ad appartarsi con loro: una versione completamente opposta rispetto a quella della ventenne che invece ha sempre ribadito che il rapporto non è mai stato consensuale e di aver gridato “basta”, chiedendo ai suoi aguzzini di smettere. Per lo stupro di gruppo è già stato condannato un giovane che al momento della violenza era minorenne. Il giudice del tribunale dei minorenni, Maria Pino, lo ha condannato a 8 anni e 8 mesi.
“La ragazza vittima dello stupro di gruppo avvenuto il 7 luglio 2023 al Foro Italico di Palermo, è circondata da un ambiente tossico. E non è una leggenda, tanto è vero che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita”, ha detto Carla Garofalo, la legale della giovane. “C’è stata anche una campagna denigratoria nei confronti della ragazza – dice la legale – che è durata tutta l’estate. Io, purtroppo, sono arrivata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”.
L’avvocata contesta la linea difensiva degli indagati. “La difesa mira a dire che ci fosse il consenso della giovane – aggiunge -. Questa è letteratura, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io se ne difendessi uno, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. Questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano”. “La giovane è in una casa rifugio ma non posso dire dove. Ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue – dice Garofalo -. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare. Riceve continue minacce e aggressioni”.
La linea difensiva dei legali dei sei giovani maggiorenni è adesso legata a una nuova audizione della vittima alla luce delle nuove prove che gli avvocati degli indagati avrebbero raccolto. I difensori degli imputati chiederanno alla prossima udienza l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese in incidente probatorio, due mesi fa. I legali dei sei imputati – Cristina Lo Bue, Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa, Christian Maronia – vorrebbero che alla giovane venissero poste nuove domande sulla base di alcune acquisizioni, soprattutto audio provenienti da terze persone. Il materiale raccolto dalla difesa, già in un’udienza stralcio a marzo, non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Le “nuove prove”, secondo gli avvocati, dimostrerebbero che la giovane non si sarebbe ribellata lungo il percorso verso il luogo dove è poi avvenuto lo stupro e non avrebbe chiesto aiuto ai passanti incontrati per strada. L’obiettivo è dimostrare che la vittima fosse consenziente. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato gli imputati dovranno scegliere se fare l’abbreviato “secco” o l’ordinario. Il rito speciale prevede uno sconto di pena di un terzo.