PALERMO – La polizia di Palermo ha riconsegnato la refurtiva ad un’anziana donna ed ha denunciato due uomini di origine campana, ritenuti responsabili di truffa aggravata. Le indagini scaturiscono da una truffa consumata ai danni di una donna di 83 anni residente nel Palermitano, contattata sulla propria utenza fissa da un sedicente carabiniere, il quale la informava che il figlio era stato coinvolto in un grave incidente stradale in cui aveva investito due persone, una delle quali era deceduta. Per tale motivo – sempre secondo il presunto militare – si trovava in stato di arresto presso le camere di sicurezza dell’ospedale Civico di Palermo. È seguita quindi una richiesta di denaro e monili, finalizzata ad evitare al congiunto di finire in carcere.
L’anziana vittima, colta di sorpresa, si è adoperata per raccogliere quanto in suo possesso: 700 euro in contanti, più alcuni gioielli e monili in oro. Trascorso qualche minuto la donna, ancora al telefono, ha sentito suonare il campanello di casa e ha aperto la porta a quello che il suo interlocutore telefonico le presentava come un incaricato del giudice, a cui ha consegnato denaro e gioielli. Dopodiché la telefonata è stata interrotta, con la raccomandazione che nel caso in cui ci fossero stati aggiornamenti la donna avrebbe dovuto consegnare altri beni. I poliziotti hanno avviato i primi accertamenti, partendo dalla descrizione dell’uomo che si era fatto consegnare il bottino.
Successivamente sono state acquisite le immagini delle telecamere cittadine presenti sul luogo del fatto, e l’attenzione degli investigatori è stata subito attirata da un’autovettura intestata ad una persona di origini campane. Intuendo che i truffatori per raggiungere Napoli avrebbero utilizzato la nave, gli agenti hanno avvertito i colleghi della polizia di frontiera che hanno bloccato l’auto con i due e durante la perquisizione personale hanno recuperato tutta la refurtiva sottratta all’anziana signora, a cui è stata riconsegnata. I due sono stati denunciati per truffa aggravata.