PALERMO – “C’è una telefonata in entrata attorno all’una di una persona che fino a oggi non è entrata nelle fasi di questo processo, che sarebbe durata alcuni secondi, e un messaggio della mia assistita attorno alle due. Sarebbero queste le prove che incrinerebbero la credibilità della giovane che assisto. A parte il fatto che la giovane era intontita, drogata e ubriaca e potrebbe non ricordare alcunché”. L’avvocata Carla Garofalo, che assiste la vittima dello stupro in un cantiere abbandonato al Foro Italico a Palermo avvenuto lo scorso 7 luglio e per cui sono imputati sei giovani, spiega qual è secondo lei la strategia della difesa.
“Durante la violenza il cellulare le è caduto più volte e sarebbe stato Angelo Flores a tenerlo e a rispondere – aggiunge l’avvocata -. Quello che cerca di fare la difesa è chiaro: screditare la ragazza come abbiamo visto in tantissimi processi dove ci sono donne vittime di violenza. Si sta cercando di mettere in pratica la vittimizzazione secondaria in modo da fare cedere i nervi, fare entrare in contraddizioni chi ha subito la violenza”.
Uno dei ragazzi è stato già condannato dal gup del tribunale per i minorenni. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. Quindi il processo si svolgerà con il rito ordinario. La 19enne peraltro è stata sentita dal gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.
I legali dei sei imputati avevano subordinato l’abbreviato anche alla convocazione in aula di un amico della vittima che avrebbe dovuto riferire di un messaggio vocale ricevuto dalla ragazza attorno all’una la notte dello stupro. Anche questa istanza è stata respinta. Nel vocale, che dura circa 29 secondi, la giovane si sarebbe detta tranquilla, non avrebbe mostrato paura e avrebbe comunicato all’amico che si trovava al Foro Italico e che si sarebbero visti poco dopo. Circostanza che, per i legali degli imputati, dimostra che era consenziente e che non ha mai tentato di richiamare l’attenzione dei passanti per farsi aiutare mentre andava con gli stupratori verso il cantiere abbandonato in cui è avvenuta la violenza. Alle due la giovane avrebbe inviato un altro messaggio all’amico dicendo che non poteva più incontrarsi con lui. Il processo in ordinario comincerà il prossimo 15 maggio.