ENNA – ‘Sogni e illusioni di libertà’: è il tema dell’incontro, su diritti umani, integrazione e libertà di espressione, che si terrà il prossimo 7 maggio all’auditorium Scelfo della Kore con Patrick Zaki che, alle 10, incontrerà gli studenti dell’università di Enna. A salutare Zaki ci saranno il presidente della Kore Cataldo Salerno, il rettore Francesco Tomasello, la direttrice del dipartimento di Studi classici, linguistici e della formazione Marinella Muscarà e il docente di Pedagogia interculturale Giuseppe Burgio. Con loro anche Remon Karam, rappresentante eletto degli studenti dell’ateneo, egiziano, che lasciò Il Cairo a soli 14 anni fuggendo su un barcone a rischio della vita per raggiungere la Sicilia, dove approdò dopo sette giorni di navigazione.
Durante i lavori ci sarà anche la testimonianza del cantautore nigeriano Chris Obehi, anch’egli fuggito minorenne dal suo Paese, la Nigeria, e giunto a Lampedusa dopo un viaggio di cinque mesi attraverso il deserto, le carceri della Libia e la navigazione nel Mediterraneo su un barcone. In Nigeria suonava il pianoforte e il basso ed eseguiva gospel in chiesa. Oggi la musica è il suo mestiere. Previsti interventi di rappresentanti della stampa siciliana e nazionale, che hanno seguito per lunghi anni la storia di Patrick Zaki così come quella di Remon Karam e di Chris Obehi.
Coordinati dalla giornalista Elvira Terranova si alterneranno nell’aula magna dell’università Kore i presidenti dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, dell’Associazione siciliana della stampa Tiziana Tavella, dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Bartoli, insieme con la segretaria generale della Federazione nazionale della stampa Alessandra Costante. Interverrà all’evento anche il presidente dell’associazione ‘Occhiblu’ Filippo Mulè, che dal 2016 organizza a Lampedusa il premio internazionale di giornalismo Cristiana Matano, del quale l’università Kore è partner. Presente all’incontro Riccardo Noury, portavoce per l’Italia di Amnesty International. L’incontro sarà concluso da un monologo di Alessandro Ienzi, attore e regista il cui teatro è incentrato sulla tutela dei dritti umani.