Italia in allerta per l’epidemia di pertosse, che ha fatto registrare tre morti dall’inizio del 2024 con un aumento dell’800% dei ricoveri rispetto allo scorso anno. A lanciarla è la Società italiana di pediatria, dopo l’allarme dell’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), che ha evidenziato quasi 60 mila casi di pertosse in tutta Europa nel corso del 2023 e sino ad aprile 2024, registrando un incremento di oltre 10 volte rispetto al 2022 e al 2021. In Italia la maggior parte dei contagi si è registrata in Campania, Sicilia e Lazio. Nella nostra regione in particolare almeno quaranta tra neonati e lattanti con pertosse sono stati intercettati negli ultimi 5 mesi al pronto soccorso dell’ospedale di Cristina di Palermo, che è il punto di riferimento della Sicilia occidentale.
Di questi 10 sono finiti in terapia intensiva neonatale. Oltretutto le coperture vaccinali nelle donne in gravidanza in Sicilia sono estremamente basse. A Catania è stato dimesso in buona salute, ma ha rischiato la vita un neonato che a 15 giorni di vita è stato ricoverato nell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) dell’Ospedale Cannizzaro per avere contratto la pertosse. “La pertosse è una malattia particolarmente grave nel primo anno di vita, potenzialmente mortale nel primo mese, caratterizzata da una fase catarrale e una fase convulsiva, e a causa della difficoltà respiratoria nei neonati in genere può determinare anche danni cerebrali permanenti e altre complicanze – spiega Pietro D’Amico (nella foto), direttore del reparto di Neonatologia – in caso di ricovero l’estrema contagiosità della malattia richiede l’isolamento del malato di pertosse e pertanto mette sotto stress l’intero reparto di terapia intensiva neonatale, che accoglie prevalentemente prematuri o comunque neonati fragili con problemi alla nascita”.
La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%. Ecco perché è importante l’immunizzazione della mamma durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati. Il vaccino contro la pertosse non conferisce un’immunità permanente, perdendo efficacia nel corso del tempo. Per questo motivo, oltre alla vaccinazione della donna in gravidanza, è essenziale fare tutti i richiami previsti dal calendario vaccinale ad ogni età: tre dosi nel primo anno di vita con l’esavalente, un richiamo al sesto anno, un richiamo ulteriore tra 12 e i 18 anni e poi ogni 10 anni.
“Il messaggio che si ricava da questa circostanza – aggiunge D’Amico – è quello di aderire alla vaccinazione contro la pertosse, proposto attivamente in Italia ai due mesi di vita da circa 30 anni e obbligatorio da alcuni anni. Anche in gravidanza è consigliata una dose alla 27esima settimana e viene proposta alle gravide nei corsi di preparazione al parto del nostro Dipartimento materno-infantile. D’intesa con la Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ho informato anche l’Ordine dei Medici e il competente servizio dell’ASP di Catania, affinché si possano mettere in campo iniziative di sensibilizzazione dei genitori alla scelta consapevole della vaccinazione come arma di protezione della salute singola e collettiva”.