CATANIA – I sindacati etnei temono che il colosso farmaceutico Pfizer possa avviare uno spin-off del ramo degli iniettabili sterili “e, di conseguenza, escludere Catania dal proprio network”. L’allarme arriva da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl Chimici e Fialc Cisal provinciali, che chiedono di essere convocati dall’azienda “per verificare quale sia la reale volontà circa le sorti del sito etneo”. I segretari generali credono che sia questo “il momento storico in cui il sito di Catania debba invece farsi trovare pronto per il salto industriale, affinché si realizzi concretamente una chance di modernità che non possiamo assolutamente perdere”.
La crisi mondiale pandemica e l’avvento dei vaccini “hanno infatti modificato profondamente il volto dell’azienda, trasformandola in una biotech company, ossia una società il cui nuovo focus è quello di ricercare, produrre e commercializzare nuovi prodotti in grado di prevenire patologie quali tumori e malattie rare”. Pfizer è già leader in questo nuovo campo e punta alla rimodulazione dei suoi asset strategici, ma questa novità, secondo i sindacati, “relegherebbe di fatto il sito etneo a un ruolo non più strategico, comportando un rischio vitale di impoverimento dei livelli occupazionali, già notevolmente impattato dall’ultima procedura di licenziamento”.
Il sito Pfizer di Catania, “già pesantemente colpito dai licenziamenti avviati nel 2022 che hanno riguardato 130 lavoratori dipendenti e circa 100 lavoratori interinali, con pesanti conseguenze anche sull’indotto, è specializzato nella produzione di antibiotici iniettabili sterili, di cui quello penicillinico con brevetto scaduto, e appare al momento fuori da qualunque piano di investimenti in grado di intercettare la nuova mission della Big Pharma”, concludono le sigle.