PALERMO – Con il passare delle ore sembra prendere sempre più corpo l’ipotesi che Angelo Onorato, architetto palermitano 56enne, marito dell’eurodeputata Francesca Donato trovato morto ieri in auto con una fascetta da elettricista stretta attorno alla gola, si sia tolto la vita e non sia stato vittima di un omicidio. I nodi da sciogliere in una vicenda che appare agli inquirenti molto complessa sono ancora tanti, ma gli esiti dei primi accertamenti fatti dalla polizia farebbero pensare a un gesto estremo. Che non convince affatto la moglie e la figlia dell’uomo che, anzi, continuano a parlare di delitto, smentendo categoricamente l’idea che Onorato si sia ucciso.
Sono state proprio le due donne a trovare il cadavere. Preoccupate che il familiare, uscito per un appuntamento, non fosse rincasato, l’hanno localizzato attraverso l’Iphone e hanno rintracciato il veicolo, un suv, parcheggiato sul ciglio di via Minutilla, una strada piuttosto trafficata che corre parallela all’autostrada per Mazara del Vallo. “Mio marito non si è tolto la vita”, ha ribadito l’eurodeputata che ieri sera era stata sentita alla Squadra Mobile. E netta è stata anche la figlia del professionista che, in un post su Fb, ha scritto: “Le notizie viaggiano alla velocità della luce e spesso inesatte, quindi sento la necessità di specificare come stanno le cose. Mio padre non si è suicidato. Non era una persona che avrebbe mai lasciato la sua famiglia così, e soprattutto, per come io stessa insieme a mia madre l’abbiamo trovato, vi dico che non è stato un suicidio ma un omicidio”. Dunque, “che nessuno osi dire o anche pensare che si sia suicidato” scrive ancora la ragazza ringraziando chi le ha inviato messaggi di conforto. Della stessa idea l’avvocato di famiglia, Vincenzo Lo Re, che parla di “considerazioni oggettive e soggettive che inducono i familiari a escludere che si sia trattato di un suicidio. E siamo convinti che la Procura di Palermo arriverà alle stesse conclusioni”. Le due donne verranno risentite nei prossimi giorni.
Gli inquirenti non tralasciano alcuna pista: a cominciare dalla lettera che la Donato e il tributarista del marito hanno consegnato ieri alla polizia. Nella missiva indirizzata alla moglie, e consegnata al legale, Onorato avrebbe scritto che se gli fosse accaduto qualcosa la donna si sarebbe dovuta rivolgere all’avvocato che era a conoscenza della sua situazione. Non ci sarebbe cenno, invece, come detto in un primo momento, a problemi economici o a frizioni con qualcuno. Le indagini hanno accertato che l’imprenditore, che doveva riscuotere alcuni crediti, aveva una serie di lavori in affidamento, e non aveva particolari sofferenze economiche. Nella lettera fatta avere alla moglie l’uomo affronterebbe questioni personali, ribadendo il suo affetto verso la famiglia. La missiva non sarebbe dunque decisiva per comprendere eventuali motivi di disagio che l’avrebbero spinto al suicidio, né ci sarebbero indicazioni di timori dell’uomo.
Tra le circostanze che fanno pensare al suicidio, oltre all’assenza di segni di violenza sul corpo dell’architetto o di colluttazione probabili in caso di aggressione, anche l’esito delle analisi delle telecamere della zona in cui l’auto è stata scoperta. Il suv era parcheggiato in un punto cieco tra due videocamere. Dalle registrazioni delle immagini è evidente che nessun veicolo si è fermato nei pressi del Range Rover del professionista perché tutte le macchine filmate sono passate in un tempo incompatibile con una sosta. Né è stato ripreso alcun passante a piedi. Le circostanze dunque avvalorerebbero la tesi del suicidio, tranne ipotizzare che il killer si sia allontanato arrampicandosi sul muro, alto circa due metri, che delimita l’autostrada per evitare di essere ripreso. Potrebbe essere eseguita domani sera, al Policlinico di Palermo, l’autopsia sul corpo di Onorato. La salma, sotto sequestro, si trova in ospedale.