CATANIA – La terza Corte d’appello di Catania ha dichiarato il “non doversi procedere” perché “i reati sono estinti per prescrizione” nei confronti dell’ex rettore Antonino Recca e del dipendente dell’ateneo Nino Di Maria nel processo sull’invio di una mail elettorale a sostegno di una candidata nel 2012 dell’Udc all’Ars, che si è poi ritirata, utilizzando una lista di posta elettronica e il server dell’università. In primo grado, nel gennaio del 2018, erano stati condannati, rispettivamente a un anno e a otto mesi di reclusione, pena sospesa, per uso di dati segreti a fini non patrimoniali e assolti dall’accusa di induzione a rendere dichiarazioni mendaci.
In primo grado è stato assolto, ed è uscito dal procedimento, il responsabile della struttura informatica, Enrico Commise. La Corte d’appello ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura della Repubblica, al quale la Procura generale aveva poi rinunciato, e confermato il resto della sentenza di primo grado per Recca e Di Maria, compreso un risarcimento danni da 20mila euro nei confronti dell’università che si era costituita parte civile col professore Giovanni Grasso e al pagamento delle spese legali dell’ateneo. Nel procedimento Recca e Di Maria erano assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Tommaso Tamburino e Walter Rapisarda. Le posizioni della candidata, Maria Elena Grassi, moglie di Di Maria, e di suo figlio Daniele Di Maria erano state stralciate dall’inchiesta della Procura e archiviate.