CATANIA – “Mi sento”, l’ultimo progetto realizzato dall’associazione Acto Sicilia nasce con l’obiettivo di educare le donne sin da adolescenti a conoscere il proprio corpo, a toccarsi, a sentire i cambiamenti, senza inibizioni, senza tabù. “E’ importante farlo, perché moltissime pazienti arrivano ad accorgersi che qualcosa è cambiato nel proprio corpo solo quando i sintomi indicano una patologia già in corso”, ha commentato la presidente di Acto Sicilia Annamaria Motta, in occasione della presentazione del progetto che ha già visto due momenti di aggregazione a Catania: il primo, un flash mob in piazza Università e un secondo in occasione della Giornata mondiale del tumore ovarico e che proseguirà ancora con masterclass in cui coinvolgere pazienti, figlie, sorelle e madri, amiche e, infine, gli incontri con le scuole. Il progetto ha previsto inoltre, la creazione di uno spot divulgativo ed emozionale che contiene un QR-code con il quale accedere a materiale informativo.
“Imparare a sentirsi – ha sottolineato Giusy Scandurra, direttore UOC Oncologia Medica dell’ospedale Cannizzaro, esperta nel trattamento di tumori ginecologici e mammari – significa imparare a raccogliere tutti i segnali, sia che si tratti di seno, di addome o di un neo sulla pelle che cambia forma o colore”. Il 34% delle donne italiane non fa prevenzione perché ha paura di non sapere gestire i risultati. “Ci sono tabù di carattere religioso o di scarsa attenzione nell’educazione familiare e scolastica che rendono molte donne di ogni età impreparate a eseguire semplici manovre”, ribadisce la dottoressa Scandurra, al fianco dell’associazione Acto Sicilia sin dalla sua nascita, avvenuta nel 2021, fiore all’occhiello di una rete nazionale Acto che copre già nove regioni italiane.
La prevenzione contro il cancro rappresenta una vera e propria mission dell’associazione Acto. “Accanto ai messaggi e alle campagne di prevenzione è importante impegnarsi a educare a uno stile di vita basato sulla prevenzione – ha proseguito Annamaria Motta -. Ancora oggi, vi sono molte barriere sociali e psicologiche che la impediscono”.
Acto nasce come una vera e propria alleanza tra la paziente, i medici, il personale di assistenza e la famiglia. “Quando la malattia arriva non solo sconvolge la paziente ma investe tutto il nucleo degli affetti – ha sostenuto Sonia La Spina, psico-oncologo dell’Oncologia medica dell’ospedale Cannizzaro, da anni vicina alle iniziative di Acto Sicilia -: il compagno, i genitori e i figli che vanno accolti e aiutati per intraprendere il viaggio terapeutico in una vera e propria alleanza”.
“Ed è con lo spirito di alleanza che nascono tutti i progetti Acto”, ha ricordato la dottoressa Scandurra, come il progetto “Resta in piedi”, realizzato con la collaborazione dell’associazione di rugby ‘I briganti di Librino. “Il rugby insegna a rimanere in piedi anche dopo il placcaggio più duro, proprio come quando arriva una diagnosi di cancro”, ha detto ancora Giusy Scandurra. E ancora, il progetto con la lega Navale di Acitrezza. Il mare diventa la metafora della malattia: solo un “equipaggio preparato”, così come una “famiglia preparata”, saprà affrontare la tempesta in mare (e nella vita).