AGRIGENTO – Tre indagati per omicidio in concorso. Trentadue anni dopo il duplice omicidio La Placa di San Biagio Platani, la procura di Agrigento sembra essere arrivata a una svolta. E si tratta dell’ennesimo ‘cold case’ che sembrerebbe risolto. Nelle ultime ore, i carabinieri della compagnia di Cammarata hanno eseguito diverse perquisizioni fra San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina e Comitini. A disporle nell’ambito dell’inchiesta sul duplice omicidio di Salvatore e Gaetano La Placa è stato il procuratore aggiunto di Agrigento, già nominato procuratore capo di Gela, Salvatore Vella.
Per concorso in omicidio sono indagati Luigi Costanza di 77 anni, residente a Comitini; Carmela La Placa, 56 anni, residente a Santo Stefano di Quisquina e Rosalba La Placa, 67 anni, residente a San Biagio Platani. Gli indagati hanno già nominato gli avvocati Gaetano Timineri, Valentina Buongiorno, Sergio Spallino (del foro di Sciacca), Antonino Gaziano e Gaziano Mongiovì. Ipotizzate anche le aggravanti della premeditazione e, per Carmela e Rosalba La Placa, dell’aver agito contro due ascendenti (padre e nonno paterno), nonché quella d’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare, per le vittime, la difesa. Carmela e Rosalba La Placa, figlie di Gaetano La Placa, per la procura di Agrigento sarebbero state le mandanti del duplice omicidio del nonno e del padre. Luigi Costanza è indagato invece come esecutore materiale.
“Nel settembre del 1992 venne deciso di commissionare a Luigi Costanza l’omicidio di Gaetano La Placa”, scrive la Procura. Alla base vi sarebbero state diatribe, discussioni e liti perché – stando alle ricostruzioni degli inquirenti – “Gaetano La Placa voleva allontanare dall’abitazione il marito della figlia”. Alle prime luci dell’alba del 14 ottobre 1992, Costanza sarebbe stato avvertito del fatto che Gaetano La Placa si stava dirigendo verso contrada Mandralia dove aveva un appezzamento di terreno.
“Luigi Costanza recatosi in contrada Mandralia faceva accostare sul ciglio della stradina Gaetano La Placa e il padre Salvatore La Placa, che erano a bordo di una Fiat 127 – scrive la Procura -. Cogliendoli di sorpresa li colpiva a distanza ravvicinata con diversi colpi d’arma da fuoco, verosimilmente un fucile semiautomatico calibro 12”. “Carmela e Rosalba La Placa davano a Luigi Costanza, come corrispettivo per i due omicidi, 50 milioni di lire, in parte proventi della riscossione di buoni fruttiferi postali, una jeep e dei cani di caccia”, ha ricostruito la Procura.