A Lentini ricostruzione mammaria innovativa

di Nuccio Sciacca. Dopo la mastectomia posizionata una protesi per il capezzolo

Negli ultimi anni la ricostruzione della mammella è entrata a far parte a pieno titolo della cura del cancro al seno. La donna oltre che guarire può così riprendere una vita del tutto normale, sentendosi a proprio agio in ogni situazione. Oltretutto la ricostruzione del seno, essendo come detto considerata oggi parte integrante della cura del cancro, è a carico del Servizio sanitario nazionale. In questa prospettiva all’ospedale di Lentini, sede della Breast Unit Aziendale diretta da Giovanni Trombatore, è stato eseguito uno dei primi interventi in Sicilia di posizionamento di protesi del capezzolo post mastectomia in una 57enne già operata di mastectomia totale e ricostruzione per tumore al seno. A dimostrazione ulteriore che mano a mano che la malattia diventa sempre più curabile si fa più pressante l’esigenza che lasci meno conseguenze possibili, anche dal punto di vista estetico e non venga vissuta dalla paziente come una mutilazione.

L’intervento è stato eseguito dalla equipe di Chirurgia senologica composta da Emiliano Amore, Stefania Caniglia, Flavia Carrasi e Salvatore Perrotti (nella foto con al centro il direttore della Breast Unit, Giovanni Trombatore). Il percorso chirurgico dopo la mastectomia ha previsto la ricostruzione del seno con posizionamento di protesi mammaria e il completamento con un ulteriore intervento chirurgico per la ricostruzione del capezzolo. E’ stata utilizzata una protesi areolare che risulta essere innovativa per la struttura che è simile al capezzolo naturale per i materiali utilizzati (silicone, nitiol) e non ultimo per la non invasività del suo posizionamento che avviene, in mani esperte, in meno di 20 minuti.

“Questo ulteriore passo – aggiunge Trombatore – rende la Breast Unit Aziendale di Siracusa, con sede a Lentini, in grado di offrire il massimo dell’assistenza alle donne affette dalla patologia tumorale della mammella in termini di guarigione dalla malattia e con quanto di più innovativo per l’aspetto estetico, curando anche l’aspetto psichico relazionale”.

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