Case e ospedali di comunità, come cambia la sanità in Sicilia

di Nuccio Sciacca. Le Asp di Palermo e Catania già operative

Le Case di comunità sono un elemento indispensabile della nuova rete territoriale siciliana al quale il cittadino potrà accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. E’ lì che i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24, ogni giorno della settimana, con un’offerta di servizi costituita da: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti sanitari, supportati da adeguata strumentazione tecnologica e diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc).

L’Asp i Catania è già operativa su questo fronte e sono stati consegnati all’ex Ospedale “Barbuzza” di Grammichele (nella foto) , i lavori per la realizzazione della prima delle 29 Case di Comunità programmate, le altre saranno realizzate a : Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Caltagirone, Castiglione di Sicilia, Catania (3), Fiumefreddo, Giarre, Grammichele, Gravina di Catania, Linguaglossa, Militello Val di Catania, Mineo, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Palagonia, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Ramacca, Randazzo, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, Scordia, Viagrande.

L’Ospedale di Comunità è, invece, una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Sono rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale o familiare).

L’Asp di Palermo ha attivato il primo Ospedale di Comunità a Petralia Sottana (nella foto l’inaugurazione) al secondo piano del Presidio “Madonna dell’Alto”. Ha 9 stanze di degenza da 2 letti ciascuna, con servizi in camera, aria condizionata e tv. Una sala è dedicata al monitoraggio da remoto attraverso un servizio di telemedicina. Al suo interno lavorano un medico, infermieri, fisioterapisti e personale socio sanitario che assicurano assistenza a pazienti di Petralia Sottana. L’obiettivo di questo e dei nuovi ospedali di comunità sarà evitare ricoveri ospedalieri impropri e di favorire dimissioni protette più idonee alla stabilizzazione del paziente ed al suo recupero funzionale. Il ricovero ha una durata non superiore a 30 giorni che, solo in casi particolari, può essere prolungato. L’accesso avviene attraverso dimissioni protette da un ospedale per acuti oppure attraverso il medico di medicina generale su proposta dei servizi della rete territoriale.

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