I disturbi alimentari sono un fenomeno in forte crescita nel nostro Paese visto che si parla di 3 milioni e mezzo di persone con numeri più che raddoppiati negli ultimi anni. Lo dice un documento con i dati raccolti dal Ministero della salute dal 2019 al 2023, incrociando diverse fonti: le schede di dimissione ospedaliera, gli accessi ai centri specializzati, agli ambulatori, al pronto soccorso ma anche le esenzioni. Tecnicamente si chiamano DCA (Disturbi del comportamento alimentare tra cui anoressia, bulimia, binge eating) e secondo l’Istituto Superiore di Sanità in Italia ci sono 135 centri per il loro trattamento di cui 6 in Sicilia (Palermo, Messina, Agrigento, Enna e due a Catania).
Un altro dato preoccupante viene dall’abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi alimentari: il 20% della popolazione ammalata lo scorso anno era sotto i 14 anni. E l’altro dato che emerge ci dice che non c’è più una netta prevalenza femminile. Non manca il lavoro neanche al Centro disturbi alimentari (CEDIAL) dell’Asp di Palermo che è stato appena trasferito nei locali rifunzionalizzati del padiglione “Treppiedi” del Presidio “Aiuto Materno” di via Lancia di Brolo (nella foto). La struttura è rivolta ai minori e agli adulti affetti prevalentemente da anoressia e bulimia nervosa.
“Il centro – spiega il responsabile, Massimo Alagna – opera con un modello multidisciplinare nel quale sono coinvolti operatori di diverse discipline come psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, internisti, nutrizionisti e dietisti mantenendo il mandato previsto dalle nuove linee guida regionali sui DNA (rete ambulatoriale dedicata alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione) di rintracciare e trattare le forme cliniche all’esordio contemplando anche la cura delle forme croniche dell’età adulta”.