Osteonecrosi da farmaci: in Sicilia 37 casi all’anno

di Nuccio Sciacca. Prevenzione e diagnosi: il centro regionale di riferimento a Palermo

L’osteonecrosi da farmaci è una malattia rara causata principalmente da farmaci anti-riassorbitivi, come i bifosfonati, che peggiora la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti e per la cui prevenzione e trattamento molto si è fatto in questi ultimi decenni in Italia con raccomandazioni cliniche e documenti dedicati. I bifosfonati sono farmaci introdotti più di vent’anni fa come additivi nella pasta dentifricia per ridurre la carie dentaria. Vengono oggi usati per molte patologie dell’osso come ad esempio l’osteoporosi negli anziani, nonché per gli effetti di assottigliamento dell’osso dovuti a trattamenti con cortisone.

In Sicilia si stima un’incidenza di osteonecrosi da farmaci di circa 37,5 nuovi casi per anno. L’unità operativa dipartimentale di Medicina Orale del Policlinico di Palermo è stata adesso identificata dall’Assessorato Regionale per la Salute come Centro di riferimento regionale ad alta specializzazione per la prevenzione, diagnosi e cura dell’osteonecrosi delle ossa mascellari da farmaci. La malattia, tecnicamente definita MRONJ, oggigiorno, grazie ai protocolli, può contare sulla riduzione di nuovi casi e sulla precoce diagnosi clinico-radiologica.

All’interno dell’Azienda ospedaliera universitaria, l’equipe dell’unità operativa dipartimentale di Medicina Orale (nella foto) diretta dalla professoressa Giuseppina Campisi è dedicata a tale malattia e fa assistenza in collaborazione interdisciplinare con la Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, l’ Oncologia Medica, la Radiologia, l’Ematologia, l’Anatomia Patologica, i Bone Expert del Policlinico e degli altri nosocomi metropolitani e della Sicilia Occidentale e anche con diverse strutture del SSN sul territorio nazionale.

“Questa ventennale collaborazione clinica e scientifica con tutte le unità operative e i colleghi curanti i pazienti, la partecipazione alla stesura di Raccomandazioni ministeriali e societarie ha fatto sì – sottolinea la Campisi – che la nostra unità operativa sia stata identificata come centro di riferimento regionale”.

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