Perde un dito durante un incidente: ricostruiti pollice e alluce

di Nuccio Sciacca. Intervento riuscito di chirurgia plastica su un paziente al Policlinico di Palermo

PALERMO – La mano, una piccola ma importante parte del nostro corpo, talmente complessa al punto di contenere al suo interno tutte le nostre strutture anatomiche: muscoli,
tendini, vasi sanguigni, ossa, legamenti, nervi, fino alla pelle. Ed è proprio la presenza in un unico organo di diverse strutture anatomiche, rende necessaria da parte del chirurgo chiamato ad intervenire la conoscenza di come trattare al meglio tutti questi tessuti, che vengono normalmente seguiti da specialisti diversi. Situazione sovrapponibile o quasi quella del piede perché anche questo può andare incontro ad una serie di patologie o eventi traumatici che sono estremamente variegati, molto più rispetto a una spalla o a un ginocchio, che pure sono parti importantissime.

Nel reparto che Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinico di Palermo, diretto da Adriana Cordova, nel corso di un unico intervento, durato dodici ore, sono riusciti ad eseguire un intervento di ricostruzione totale del pollice e dell’alluce. L’operazione è stata effettuata su un paziente che, in un incidente stradale, aveva riportato l’amputazione del primo dito della mano destra. A distanza di tre mesi dal trauma, l’equipe guidata dal chirurgo plastico Pierfrancesco Pugliese e composta dalla specialista Mara Franza e dai medici in formazione specialistica Fernando Rosatti, Mariangela Vulpetti, Chiara Canfora e Matilde De Masi, hanno eseguito la ricostruzione completa del pollice mediante l’autotrapianto dell’alluce che, a sua volta, è stato ricostruito (osso e cute) con un’altra procedura microchirurgica, garantendo così all’uomo di mantenere la propria integrità anatomica-estetica del piede.

Durante la lunga procedura il paziente è stato monitorato e seguito dagli anestesisti Marta Montalbano e Roberto Cusimano. La ricostruzione delle dita mediante autotrapianto dal piede è una tecnica diffusa e consolidata da diversi anni che può restituire la funzionalità della mano. “Le protesi – spiega Pugliese (nella foto con Cordova e Franza) – per quanto performanti non posso sostituire un dito vero. L’autotrapianto di dito dal piede è la tecnica più complessa e avanzata che esista in questo ambito ma soprattutto nel nostro paese è difficilmente accettata per via della mutilazione del piede. Aver trovato un modo per ridare l’anatomia del piede nello stesso tempo chirurgico può ridare a tutti quei pazienti indecisi; la forza per intraprendere un percorso di ripristino della propria anatomia della mano”. Il paziente è stato dimesso a 8 giorni dall’intervento.

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