Talco e lavande intime: 20-30enni a rischio cancro

Studio su 50mila donne pubblicato dalla società americana Asco

CHICAGO – Esiste una correlazione tra l’uso di prodotti intimi, come talco genitale e lavande, e l’aumento del rischio di cancro alle ovaie. L’associazione è evidenziata in uno studio pubblicato sulla rivista Journal of clinical oncology della Società americana di oncologia clinica (Asco), il cui congresso è in corso in questi giorni a Chicago. “Questo studio sottolinea i rischi potenziali associati ai prodotti per l’igiene intima, in particolare al talco genitale. Le prove si aggiungono a un corpus crescente di letteratura che suggerisce che tali prodotti potrebbero contribuire ad un aumento del rischio di cancro ovarico, soprattutto tra le utilizzatrici abituali e quelle tra i 20 e i 30 anni di età”, ha affermato l’esperta Asco Fumiko Chino, radioterapista presso il Memorial Sloan Kettering Cancer.

L’associazione è dunque risultata particolarmente forte tra le donne che usavano il talco frequentemente o soprattutto durante periodi di cambiamenti ormonali significativi o di attività riproduttiva. Lo studio ha coinvolto 50.884 donne della coorte Sister Study, tutte con una sorella a cui era stato diagnosticato un cancro al seno. “Nonostante le difficoltà nel valutare la storia dell’esposizione, i nostri risultati sono solidi e mostrano un’associazione coerente tra l’uso di talco genitale e il cancro alle ovaie”, ha affermato l’autrice principale Katie O’Brien. Non è stata invece trovata alcuna associazione significativa tra l’uso di talco o lavande genitali e il cancro al seno o all’utero.

Le lavande, sottolineano i ricercatori, hanno mostrato una possibile associazione con il cancro ovarico, giustificando ulteriori indagini. “Questi risultati – si legge nello studio – contribuiscono in modo significativo al dibattito in corso sulla sicurezza dei prodotti per l’igiene intima e sottolineano la necessità di ulteriori ricerche e di una potenziale rivalutazione della sicurezza di questi prodotti”. I ricercatori evidenziano quindi la necessità di un monitoraggio continuo delle sostanze chimiche specifiche nei prodotti per l’igiene intima che possono influenzare il rischio di cancro e incoraggiano ulteriori studi per replicare questi risultati in diverse popolazioni. Lo studio è stato supportato dall’Istituto statunitense di scienze della salute ambientale (National Institutes of Health).

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