CATANIA – Circa cento poliziotti di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della direzione distrettuale antimafia etnea, ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 13 persone indagate a vario titolo e con differenti profili di responsabilità per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi da fuoco, spaccio di droga. In particolare, è stato documentato un intenso traffico di cocaina sull’asse Calabria-Sicilia.
I destinatari della misura della custodia cautelare in carcere sono Giuseppe Addamo (cl. 1979); Bruno Cidoni (cl. 1974); Luigi Danilo Garozzo (cl. 1993); Gino Gueli (cl. 1989); Francesco Mannino (cl. 1987); Antonio Pezzano (cl. 1992); Angelo Ribera (cl. 1987); Carmelo Scilio (cl. 1974); Francesco Sedici (cl. 1971); Piestro Sedici (cl. 1990); Salvatore Torrisi (cl. 1963); Santo Vitale (cl. 1964); Pasquale Zangari (cl. 1969).
Il provvedimento restrittivo, emesso sulla base di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite dalla Squadra Mobile – Sezione Antidroga della Questura di Catania, arriva dopo una complessa e articolata attività investigativa avviata nel mese di giugno 2020. L’indagine, supportata da presidi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni), ha consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico di cocaina sull’asse Calabria-Sicilia.
Le attività hanno interessato inizialmente il gruppo capeggiato da Carmelo Scilio, detto “aricchiazza”, soggetto considerato tra i più noti trafficanti di cocaina operanti nel capoluogo. È stato possibile risalire al fornitore di cocaina del trafficante, il calabrese Bruno Cidoni, che da anni sarebbe in affari con gruppi criminali catanesi e che da tempo si era stabilito nella città di Catania avendo la propria base operativa nel rione di San Giovanni Galermo.
Le indagini si sono concentrate quindi proprio sulla figura di Cidoni, il quale avrebbe gestito un vasto traffico di cocaina dalla Calabria, avendo i suoi principali collaboratori nei corregionali Antonio Pezzano e Pasquale Zangari e nei catanesi Santo Vitale, Pietro Sedici, Giuseppe Addamo, Angelo Ribera e Francesco Sedici. Quest’ultimo sarebbe stato stabilmente impiegato come corriere durante i molteplici trasporti di ingenti partite di cocaina dalla Calabria tramite l’utilizzo di autovetture dotate di appositi vani occulti. Devoto della Madonna di Polsi, in Aspromonte, il calabrese Bruno Cidoni, aveva una immaginetta nella cover del cellulare e in più occasioni i corrieri che portavano la cocaina alla Calabria in Sicilia avevano con loro un Rosario.
L’azione investigativa ha consentito di documentare, in poco meno di sei mesi, ben 20 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di stupefacente che sarebbero state effettuate dall’associazione criminale a numerosi pregiudicati catanesi, alcuni dei quali ritenuti legati a vari clan mafiosi del capoluogo. Nel corso dell’attività di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti (complessivamente, 11 Kg. di cocaina) e armi (sequestro di pistola revolver calibro 38 special con matricola abrasa e relativo munizionamento). Sono stati anche trovati 90.300 euro in contanti, somma murata in una parete dell’abitazione di Cidoni.