L’ipertrofia prostatica benigna è un disturbo che non può considerarsi esclusivo dell’età avanzata visto che anche intorno ai 45 anni d’età non è più raro. I metodi per curare la prostata ingrossata vanno dalla terapia medica a quella chirurgica. La ghiandola prostatica, infatti, aumenta il suo volume andando a schiacciare l’uretra, il canale che porta l’urina all’esterno con sintomi fastidiosi.
A Caltagirone arriva adesso un dispositivo, già utilizzato in numerosi centri specialistici italiani, chiamato Urolift. Si tratta di una tecnica mininvasiva che sfrutta il posizionamento di specifici “device” che assomigliano a delle mollette (vedi immagine grafica). In pratica si realizza con il paziente leggermente sedato: si entra nell’uretra attraverso un cistoscopio, quindi si inseriscono queste speciali mollette che vengono posizionate sulla prostata per stringerne i lobi e ridurre la pressione della ghiandola sul canale urinario.
In poco tempo l’intervento si conclude e il paziente può rientrare a casa in tempi rapidi a differenza della chirurgia che richiede almeno 3-5 giorni di degenza. Urolift riprende la vocazione urologica dell’ospedale di Caltagirone con il reparto diretto oggi da Francesco Abate (nella foto con il suo team). Notevoli i vantaggi della tecnica ma non bisogna dimenticare che la procedura non prevede l’asportazione o la resezione del tessuto prostatico e comunque non può essere utilizzato per prostate superiori a 70-80 cc. Inoltre la prostata può anche continuare a crescere dopo la procedura rendendo necessari altri interventi.
“Voglio ringraziare la direzione aziendale – afferma Abate, facendo riferimento anche alla Biopsia fusion, una metodica clinica ecografica che permette di eseguire biopsie prostatiche mirate nelle zone sospette che rispetto alla biopsia prostatica tradizionale, riduce il numero di prelievi bioptici e il rischio complicanze – per avere ancora una volta sostenuto il progetto di sviluppo della nostra Unità operativa con investimenti che oltre a valorizzare servizi e competenze, alzano ancora di più l’offerta sanitaria sul territorio, individuando il nostro ospedale fra i centri di riferimento per il trattamento delle patologie prostatiche”.