Bancarotta fraudolenta: sequestrata azienda del caffè a Catania

Dilapidato il patrimonio della società: 5 denunce NOMI-VD 

CATANIA – La Guardia di Finanza di Catania ha eseguito il sequestro preventivo del compendio aziendale – pari a circa 350 mila euro – della Dakri Srl nell’ambito delle indagini sul dissesto della società ‘Distribuzione Caffè s.r.l.’ di Catania, che operava nel settore della lavorazione del caffè, dichiarata fallita dal Tribunale etneo nel 2022. Indagati a vario titolo per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale nonché per aver aggravato il dissesto della società in crisi Salvatore Maria Lo Re, di 69 anni, i suoi tre figli Filippo Danilo, Krizia Mila, Salvatore Maria, e ad altre due persone, Salvatore Comisi e Domenico Pizzino.

Gli approfondimenti, svolti sotto la direzione della Procura, avrebbero evidenziato che gli indagati avrebbero eseguito una serie di operazioni distrattive del patrimonio aziendale in una fase in cui la società, prossima al fallimento, stava accumulando ingenti debiti erariali e perdite di rilevante entità. Gli indagati avrebbero compiuto atti idonei e preordinati a proseguire l’attività commerciale nella nuova società appositamente costituita, abbandonando la bad company.

In particolare, la società fallita, in una fase antecedente alla liquidazione, pur in presenza di un’importante esposizione debitoria, avrebbe comunque presentato un fatturato e un patrimonio netto che le avrebbe potuto permettere, attraverso una responsabile e oculata gestione, il risanamento del debito. Sarebbe stata invece operata una dilapidazione del patrimonio attraverso la svalutazione di crediti e disponibilità liquide, ovvero attraverso cessioni di beni che avrebbero comportato ingenti minusvalenze e perdite d’esercizio.

Lo spostamento dell’attività produttiva dalla società fallita verso la newco, la Dakri s.r.l. sarebbe avvenuto attraverso l’insinuazione della nuova società nella stessa sede della Distribuzione Caffè S.r.l. procedendo poi ad un progressivo passaggio dell’attività produttiva che avrebbe visto il graduale azzeramento del fatturato della fallita a favore della società subentrante, fino ad attestarsi agli stessi livelli pre crisi.

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