Catania: il lido è pieno, ma il bagnino non c’è

Tra Plaia e scogliera multe pure per barca di salvataggio senza remi

CATANIA – È stata un’intensa settimana di controlli della polizia di Catania negli stabilimenti balneari della scogliera e della Plaia per tutelare la sicurezza dei bagnanti. Pattugliando l’intera costa gli agenti hanno scoperto diverse irregolarità, facendo scattare sanzioni per oltre 8.200 euro. In particolare in una noto lido di viale Kennedy è stata rilevata l’assenza di locali idonei da adibire ad infermeria, dal momento che gli spazi previsti all’interno di una cabina erano in realtà destinati a magazzino. Inoltre sono state trovate scadute le cannule orofaringee per la respirazione artificiale, previste nel materiale del primo soccorso.

Ad Aci Castello, in via Antonello da Messina, un ulteriore controllo ha consentito di accertare la mancanza del personale preposto nelle postazioni per il salvataggio. Infatti i poliziotti hanno atteso invano l’arrivo di un bagnino per oltre dieci minuti, nonostante i numerosi bagnanti presenti in acqua. Il dipendente poi è stato trovato mentre era impegnato a svolgere altre attività all’interno della struttura, senza, peraltro, indossare il vestiario idoneo e senza essere in possesso delle necessarie dotazioni. Anche il secondo bagnino si trovava in un’altra zona, sempre alle prese con attività di altra natura. Per i due ‘baywatch’ è scattata la sanzione.

Inoltre nello stesso stabilimento al titolare è stata contestata una violazione relativa alla postazione di assistenza ai bagnanti, priva del rullo con 200 metri di sagola galleggiante fissato alla terra ferma. Stesse multe alla società che ha in gestione i servizi in una spiaggia libera di viale Kennedy dove il mezzo nautico adibito al salvataggio era privo di remi, scalmi, àncora, mezzo marinaio e salvagente e il locale adibito alle necessità del primo soccorso era sprovvisto di tutte le dotazioni necessarie per poter provvedere a situazioni d’emergenza e di soccorso dei bagnanti. In quest’ultimo caso l’addetto alla attività di salvataggio è stato diffidato dal proseguire le attività senza aver prima provveduto all’istituzione di un idoneo servizio.

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