Centrali operative territoriali attive a Palermo e Catania

di Nuccio Sciacca. Saranno l’interfaccia tra l’assistenza territoriale e ospedaliera senza rapporto con l’utenza

Le Centrali operative territoriali (Cot) sono uno strumento importante della nuova rete sanitaria siciliana e, insieme agli ospedali e alle case di comunità, rappresentano i pilastri della riforma voluta dal Decreto Ministeriale 77/2022. Avranno una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali. Si interfacceranno con le Cot tutti gli attori del sistema sociosanitario. Non è previsto un accesso diretto dei cittadini, né un’attività di sportello al pubblico. Fondamentale, in questa prima fase sperimentale, la sinergia con le Aziende ospedaliere cittadine e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, con le quali si è avviato un proficuo confronto, con l’obiettivo, a beneficio della comunità, di raggiungere nei tempi previsti la completa implementazione sul territorio del modello organizzativo e funzionale delle Cot.

Un aspetto importante sarà la presa in carico dei pazienti fragili, intercettando i bisogni di cure e di assistenza e assicurando la continuità tra ospedale e territorio. Insomma realtà organizzative che non si rapportano direttamente con i cittadini, ma coordinano le attività per offrire servizi agli utenti. A Palermo i rappresentanti del Comitato consultivo aziendale (Cca) hanno già visitato (nella foto) le 6 Cot realizzate in locali interamente ristrutturati e rifunzionalizzati del presidio Pisani di via La Loggia. Attivate anche a Catania le 10 Cot (nella foto) ad Acireale, Bronte, Caltagirone, Catania (3), Giarre, Gravina di Catania, Palagonia e Paternò.

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