Il dragon boat è uno sport che si svolge con barche lunghe circa 13 metri e larghe 1 metro con la testa e la coda di dragone. Le barche possono ospitare 20 atleti che pagaiano al ritmo scandito dal tamburino che siede a prua, mentre il timoniere, a poppa, mantiene la rotta. Oggi il dragon boat è uno sport che si pratica in tutto il mondo. Coinvolge squadre sia maschili sia femminili che gareggiano in competizioni nazionali e internazionali, ma è dal 1996 che, grazie al progetto “Abreast in a boat”, si inizia a parlare della rilevanza e degli effetti benefici per le donne operate di tumore al seno.
In particolare è stata confutata la teoria secondo cui le donne operate di tumore al seno devono evitare le attività sportive ripetitive che coinvolgono la parte superiore del corpo. Infatti, fino a quel momento, si sosteneva che questo tipo di attività potessero favorire il linfedema. Ovvero un doloroso e inabilitante rigonfiamento delle braccia e del torace conseguenza dell’intervento chirurgico. In Italia l’edizione 2024 del Trofeo Nazionale Lega Italiana Lotta ai Tumori (Lilt) Dragon Boat si è svolta a Palermo nello specchio d’acqua davanti al Nautoscopio e al Parco della Salute.
È stata la Pink Butterfly ad aggiudicarsi il primo posto, sia nella classifica delle gare del Breast Cancer Paddlers (Bcp) sia in quella di equipaggi misti. La manifestazione sportiva ha avuto le sue vincitrici (nella foto) anche se “lo siamo tutte!” hanno più volte sottolineato le oltre 400 atlete partecipanti provenienti da tutta Italia. L’atmosfera che si è respirata, durante questi due giorni intensi vissuti tra gare e momenti di divertimento, è stata la gioia di vivere e vivere insieme.
“Esperienza bellissima che ci ha ripagato di tutta la fatica organizzativa – commenta la presidente della Lilt Palermo, Francesca Glorioso -, sin da subito abbiamo avuto un boom di adesioni e vedere tutte queste donne riempire la nostra città di rosa per un messaggio di vita è stato molto emozionante. Il trofeo anche quest’anno ha confermato l’obiettivo di valorizzare e promuovere il messaggio di speranza e gioia di vivere per tutte quelle donne che hanno superato un tumore al seno. Nello stesso tempo, la pratica sportiva del dragon boat racchiude in sé una reale esigenza terapeutica: la donna con esiti post-chirurgici per tumore al seno necessita di adeguata fisioterapia per evitare l’insorgenza del linfedema e di eventuali recidive. Accanto a questa, la pratica della disciplina del dragon boat ha dimostrato la sua efficacia nella riabilitazione bio-psico-sociale nella donna operata di tumore al seno”.
“La riabilitazione è lo step successivo all’intervento – sottolinea la fisioterapista della Lilt Palermo, Rosanna Grotta -, fondamentale per aiutare la donna a riprendere padronanza del proprio corpo, alleviare i dolori postumi e le tensioni generate dalle cicatrici”. Per la Sicilia oltre alla squadra Lilt Palermo, le Aquile Rosa, hanno gareggiato la squadra di Siracusa Dragon Boat Aretusa e la squadra di Catania Il Filo della Vita. Mentre la Lilt di Trapani ha messo a disposizione il suo nuovissimo dragone.