CATANIA – “No, Stromboli ed Etna non sono direttamente collegati. Il primo è considerato un vulcano alimentato da fusi magmatici legati alla subduzione. L’Etna è invece considerato un vulcano intraplacca. Dunque, seppur geograficamente abbastanza vicini, sono due vulcani che appartengono a due contesti geodinamici diversi e che solo nei più avanzati modelli geofisici e petrologici risultano condividere alcune deboli affinità chimiche per quel che riguarda i magmi “primitivi” che, talvolta, emettono”. Così il ricercatore dell’Ingv, Osservatorio etneo di Catania, Gianfilippo De Astis, risponde alla “fatidica domanda” ricevuta anche oggi, con un articolo dal titolo ‘Stromboli ed Etna: duello al sole’ pubblicato sul sito di IngvVulcani, visibile al seguente link https://ingvvulcani.com/2024/07/11/stromboli-ed-etna-duello-al-s ole/.
“Si tratta – spiega il vulcanologo – di affinità riconducibili a quelle porzioni di mantello terrestre le quali, fondendo, danno origine a fusi magmatici che debbono poi risalire da grandi profondità e finire con l’alimentare i due sistemi vulcanici. In altri termini, sono le loro diverse sorgenti nel mantello terrestre che hanno alcune affinità. Per il resto sono vulcani con un loro sistema di alimentazione autonomo già a partire da 10-20 chilometri di profondità. Il carattere importante che invece condividono – sottolinea De Astis – è quello di essere entrambi vulcani a condotto aperto, con attività pressoché continue se riportate alla lunga, lunghissima, scala del tempo geologico. Il fatto che li ricordiamo attivi nello stesso periodo di tempo come ad esempio gli ultimi 40-50 anni, al massimo un paio di generazioni umane, ci trae quindi in inganno, facendoci pensare a un inesistente collegamento sotterraneo, senza considerare che questi vulcani sono attivi, insieme, da almeno tre millenni ed è ben noto che a molte eruzioni dell’uno non corrispondono eruzioni dell’altro”.
“Focalizzandoci sugli studi dei magmi stromboliani – osserva il ricercatore dell’Ingv – scopriamo che l’attuale sistema di alimentazione di Stromboli inizia a circa 12 km di profondità per poi svilupparsi con vari serbatoi fino in superficie. I magmi dell’Etna risalgono invece da circa 30 km con fasi di stazionamento e processi che avvengono in camere magmatiche poste a profondità inferiori. Sulla base di dati sia geofisici che geochimici, è pertanto possibile dire che i magmi che arrivano fino alla superficie, per ciascuno dei due vulcani, risalgono attraverso sistemi di alimentazione indipendenti. A dimostrazione di ciò, essi mostrano caratteristiche nella loro composizione chimica molto diverse gli uni dagli altri”.