PALERMO – Ha detto al Gup Antonina Pardo che non aveva alcuna intenzione di uccidere il ventiduenne Lino Celesia, la notte tra il 20 e il 21 dicembre scorso, nei pressi della discoteca Notr3 di via Pasquale Calvi, a Palermo. Sentito in aula nel corso dell’udienza preliminare, il presunto assassino, 18 anni, ha giustificato il suo gesto come legittima difesa. Il diciottenne – secondo un audio estrapolato da un video – avrebbe esploso i due colpi letali, nonostante i tentativi di altri presenti di fermarlo. La morte di Celesia sarebbe stata il tragico epilogo di ripetuti scontri tra le due comitive di giovani nei luoghi della movida palermitana.
Il giovane ha sostenuto di temere per la propria vita dopo che la vittima avrebbe picchiato il fratello facendolo svenire. L’imputato, cresciuto senza il padre, ha dichiarato di aver reagito d’istinto, sparando per paura che la vittima, ex calciatore, più grande e più possente di lui, potesse aggredirlo dopo aver malmenato il fratello. Ma l’accusa porterà al processo testimonianze, intercettazioni telefoniche e tabulati che dimostrerebbero una vera e propria faida in atto tra i due gruppi di giovani, almeno dal giorno in cui Celesia avrebbe colpito al volto il fratello del diciottenne con una bottiglia, alla Vucciria, dieci giorni prima dell’omicidio. Il fratello del diciottenne, 23 anni, è accusato di porto e detenzione della pistola ed è stato condannato a 4 anni di reclusione e 6 mila euro di multa. L’arma non è mai stata ritrovata.