Insabbiamento su appalti, indagato Pignatone

L'ex pm accusato a Caltanissetta di favoreggiamento alla mafia

Il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone durante l'incontro nella sede di Confindustria: scenari economici "Il rebus della ripresa. La corruzione zavorra per lo sviluppo", Roma, 17 dicembre 2014. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

CALTANISSETTA – L’ex procuratore aggiunto di Palermo Giuseppe Pignatone, poi procuratore a Reggio Calabria e a Roma, è indagato a Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sul presunto insabbiamento dell’indagine su mafia e appalti, nel 1992. Il magistrato, che presiede il tribunale di Città del Vaticano, è nel palazzo di giustizia nisseno per essere interrogato. Con Pignatone sono indagati, per favoreggiamento alla mafia, anche l’ex sostituto procuratore a Palermo, Gioacchino Natoli e il generale della guardia di finanza Stefano Screpanti.

“Ho dichiarato la mia innocenza”, dichiara Pignatone. Il 5 luglio scorso anche l’ex pm Gioacchino Natoli era stato convocato nella procura nissena per essere interrogato e si era avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di chiedere alla Procura un successivo interrogatorio in cui fornire “ogni utile chiarimento”. Secondo i magistrati nisseni ha aiutato a sfuggire alle indagini alcuni imprenditori mafiosi, ha chiesto l’archiviazione di un filone d’indagine dell’inchiesta mafia-appalti e disposto la distruzione di bobine con intercettazioni rilevanti. Anche il generale Screpanti, all’epoca capitano, è stato interrogato e ha risposto alle domande dei pm nisseni. L’inchiesta del 1992 riguardava i presunti rapporti fra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo guidato da Raul Gardini. Un’indagine su mafia e appalti su cui si era concentrata l’attenzione di Paolo Borsellino.

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