Palermo, rete nazionale per identificare subito le infezioni emergenti

di Nuccio Sciacca. Il progetto di ricerca avrà l’Università capofila di 17 enti pubblici e privati

La creazione di una rete clinico-diagnostica in grado di raccogliere dati in modo tempestivo e coordinato a livello nazionale, così come la progettazione di studi clinici multicentrici per valutazioni diagnostico-prognostiche, è l’ambizioso progetto che vede l’Università di Palermo capofila con il coinvolgimento di ben 17 partner pubblici e privati, tra Università, Irccs, aziende ed enti privati accreditati e Società Scientifiche (Siaarti). Il progetto, finanziato dai fondi previsti dal bando a cascata Pnrr emanato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), prevede la creazione di una rete nazionale, composta da unità di terapia intensiva per adulti e neonatali, dipartimenti di malattie infettive e pediatria, laboratori di microbiologia e immunologia.

La rete nazionale, mediante la condivisione delle risorse, favorirà lo scambio di informazioni allo scopo di prevenire infezioni severe e sepsi sia da parte di patogeni comunitari sia acquisiti in ospedale. Si tratta di una vera e propria emergenza sanitaria che, solo in Italia, colpisce ogni anno circa 250 mila persone, con esito purtroppo fatale nel 25% dei casi (60.000 morti l’anno). “Le due parole chiave del progetto sono ricerca e sanità pubblica – spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss – intendiamo puntare sulle eccellenze del Paese per costruire una realtà di ricercatori e clinici che possano costituire una infrastruttura collaborativa stabile che guardi anche oltre la fine del progetto”.

“L’obiettivo di salute pubblica che ci hanno attribuito è importantissimo e la mancanza di un sistema di reti cliniche è stato drammatico nella recente era Covid-19 – aggiunge Antonino Giarratano (al centro nella foto durante la presentazione del progetto), docente del Dipartimento di Medicina di Precisione in area Medica, Chirurgica e Critica di UniPa – abbiamo tempi ristretti, ma siamo sicuri che porteremo risultati significativi grazie a un progetto di ricerca che costituisce un adeguamento dei sistemi di monitoraggio e di contrasto delle infezioni ai contesti europei”.

“Il progetto di ricerca ha ufficialmente iniziato i suoi lavori – continua Giarratano – i 50 ricercatori coinvolti nella ‘massa critica’ del progetto, e gli oltre 150 che parteciperanno in rete, contano entro i prossimi 18 mesi di dare un risultato tangibile che permetta all’Iss e al Ssn italiano di aprire una nuova era nel controllo delle infezioni severe e delle sepsi negli adulti e in età pediatrica”.

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