Termini Imerese, punto informativo per le cure palliative

di Nuccio Sciacca. Attivato dalla Samot per individuare risposte oltre l’assistenza domiciliare

In Italia solo una persona su quattro che avrebbe bisogno di cure palliative riesce a ottenerle. E se va meglio ai cittadini della Lombardia (il 33% riesce ad averle) e delle Pa di Bolzano e Trento (rispettivamente il 29% e 27%), per i cittadini della Calabria (17%) e della Campania (18%) la copertura del bisogno è ben al di sotto anche della media italiana del 23%. In Sicilia siamo al 19%. Spesso è anche una questione di conoscenza delle leggi e dei diritti degli utenti ed è per questo che la Società per l’Assistenza al Malato Oncologico Terminale (Samot), ente del terzo settore, ha aperto a Termini Imerese un punto informativo a disposizione dei cittadini. Una sede, aperta ogni mercoledì dalle ore 9 alle 12 in via SS. Salvatore, a favore di una cultura sempre più diffusa e corretta sulle cure palliative e dei bisogni delle persone.

“In questi anni abbiamo lavorato per accogliere tutte quelle persone che avevano bisogni sanitari con diritto di accesso alle cure palliative – spiega la responsabile della Samot di Bagheria, Emanuela Di Fatta (nella foto a destra con Vincenzo Schillaci, responsabile ufficio distretto socio sanitario, e Maria Concetta Buttà, assessora ai Servizi per la persona di Termini) -, attraverso la presenza fisica di un punto informativo guardiamo ora alle cure palliative di prossimità e quindi al valore sociale di queste, per individuare risposte che vadano oltre l’assistenza domiciliare. Siamo grati all’amministrazione comunale che da sempre si è dimostrata sensibile ai bisogni della persona supportandoci nelle nostre iniziative. Tante le possibilità di risposta a cui stiamo lavorando, a partire dalla pedagogia della finitudine volta a portare in auge la consapevolezza del valore della vita, ma pensiamo anche al lavoro con la comunità, con il territorio, con il mondo dell’associazionismo per progetti il cui fine è il benessere della persona”.

Da gennaio 2023 a maggio 2024, i pazienti seguiti dalla Samot sul territorio di Termini Imerese sono stati 217. A questi si sommano i pazienti di Bagheria che sono stati 359. “Un aumento del 500 per cento – sottolinea ancora la Di Fatta -, frutto del progetto di comunicazione sulle cure palliative portato avanti in questi territori del Palermitano negli ultimi 7 anni, concepite prima come cure di morte e ora invece di vita. È infatti cresciuta nell’opinione pubblica la consapevolezza che occorre approcciarsi alle cure palliative non nell’ultimo periodo della vita bensì alla comparsa degli effetti invalidanti, sia sul piano fisico sia psico-sociale, di una malattia. Le cure palliative migliorano la qualità della vita, non accelerano la morte né la rallentano”.

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