PALERMO – Violenze e percosse hanno portato alla morte di Antonella Salamone e dei suoi figli Kevin e Emanuel Barreca di 16 e 5 anni nella villetta di Altavilla Milicia tra il 10 e 11 febbraio. La Procura di Termini Imerese in questi 3 mesi di indagini ha ricostruito quanto successo e ha depositato gli atti. Il racconto di Giovanni Barreca e della figlia minorenne è stato incrociato con i risultati delle autopsie e i tanti file estratti dai cellulari, dai computer e dai social. Secondo quanto emerso finora, Sabrina Fina e Massimo Carandente – che si sono sempre dichiarati innocenti – hanno diretto l’esorcismo. Ma i due danno la colpa a Barreca e alla figlia.
La ragazza avrebbe scritto sui muri i versetti della Bibbia, “prima che accadesse tutto. Avevano detto che sarebbe stato importante leggerli”, ha raccontato. Fina e Carandente “erano diventati autoritari – ha detto la giovane -. Durante gli interrogatori urlavano. Non so come è morta mia madre, se per infarto o quando sia io che mio fratello le davamo calci. In quel momento mia madre non reagiva più. Veniva torturata e non poteva né mangiare né bere e quando veniva colpita con la pentola aveva una fascetta trasparente ai polsi”.
Poi il corpo della donna è stato bruciato con piattini e altri oggetti. “Durante queste cose – ha aggiunto la figlia – sono rimasta come paralizzata perché avevo paura. Avevo pensato anche al suicidio”. Il secondo a morire è stato il piccolo Emmanuel, legato al letto con le catene, costretto a ingerire caffè “con un bicchiere di plastica, con la siringa e il biberon. Il caffè lo preparava Sabrina. Non so chi lo metteva nella siringa”. Il piccolo è morto di stenti. L’ultimo a morire è stato Kevin. “Massimo diceva di avere mal di testa e quindi ha iniziato a dire che anche Kevin aveva i demoni. Quando lo stavano legando sono andata in cucina ma subito dopo Massimo mi ha bendata. I capelli a Kevin li ha tagliati Sabrina dicendo che lo facevano più ribelle”, ha detto la ragazza.