CATANIA – Un 29enne catanese è indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali su disposizione del Gip del Tribunale di Catania che ha disposto l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie e dalla figlia, con l’ulteriore prescrizione di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi frequentati dalle vittime. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati specializzati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulle condotte dell’uomo nei confronti della moglie, una ventunenne del posto, ripetute dal 2021 fino al maggio 2024. Il giovane avrebbe sottoposto la compagna a continue denigrazioni e aggressioni fisiche, con calci e pugni, anche davanti alla loro figlia, minacciando di morte sia lei che i suoi familiari (“Io ammazzo te e la tua famiglia! A me mi costate due colpi di pistola ciascuno”). A causa dell’uso di stupefacenti e psicofarmaci, l’indagato, durante un litigio avrebbe anche tentato di strangolare, dopo averle dato un pugno al volto che le causava un vistoso ematoma. In una escalation di violenza, le avrebbe morso un braccio per poi schiaffeggiarla. Non contento, dopo aver lasciato l’abitazione familiare, sarebbe entrato di nascosto, rompendo il televisore, le porte, la cassettiera e le ante dell’armadio, tutto questo mentre l’ex moglie e la figlia dormivano. Una volta svegliata, la donna è stata spinta per terra, afferrata per i capelli e percossa con calci all’addome e alle gambe e minacciato lei e i familiari urlando: “Statevi attenti, guardatevi le spalle, siete tutti morti, a uno a uno vi abbatto”.
Quest’ennesimo episodio di violenza avrebbe dato finalmente il coraggio alla vittima di denunciare, raccontando gli episodi durante i quali era stata picchiata e umiliata, anche dinanzi alla figlia minorenne e ai genitori, in un clima di insopportabile convivenza per tutti i componenti del nucleo familiare. A quel punto, l’uomo ha ricevuto un divieto di avvicinamento con applicazione del “braccialetto” che permette di segnalare, in tempo reale, l’eventuale violazione del provvedimento.