Una tecnica avanzata di tomografia sismica anisotropa, ovvero che considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione, ha permesso di ottenere informazioni senza precedenti sulla struttura della crosta terrestre nella regione etnea e sull’interazione tra tettonica e vulcanismo, evidenziando le possibili vie attraverso le quali il magma si “fa strada” verso la superficie. Questo è il risultato dello studio Crustal structure of Etna volcano (Italy) from P-Wave anisotropic tomography condotto da un team di ricercatori guidato dall’università di Padova, in collaborazione con l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv-Oe) e con l’università di Leeds (Gb), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Geophysical research letters”.
“Rispetto ai precedenti studi tomografici condotti nell’area etnea, questa ricerca si distingue per l’utilizzo pionieristico, in ambiente vulcanico, di tecniche di tomografia anisotropa”, spiega Rosalia Lo Bue, prima autrice dello studio. “La tomografia sismica funziona in maniera analoga alla tomografia medica ma utilizza onde sismiche per esplorare l’interno della Terra. Tradizionalmente la tomografia sismica impiega un approccio isotropo che non considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione”, dice Elisabetta Giampiccolo, ricercatrice dell’Ingv-Oe. “La tomografia anisotropa fornisce una visione molto più dettagliata e precisa della struttura interna del vulcano”, conclude Brandon Vanderbeek dell’università di Padova.