Nessuno dei coloranti in uso per tatuaggi è classificato come cancerogeno, mutageno o tossico per la riproduzione. Tuttavia secondo il Regolamento CE 1272/2008, il 18-20% dei coloranti utilizzati negli inchiostri per tatuaggi e make up permanente sono inclusi negli elenchi di sostanze a rischio. Inoltre, poco più del 30% dei coloranti è autorizzato come componente di prodotti cosmetici senza alcuna restrizione. I pigmenti usati non sono prodotti specificamente per tatuaggi e non sono sottoposti a una valutazione del rischio per l’iniezione nell’organismo a lungo termine, essendo originariamente destinati ad applicazioni industriali come tessuti, automobili e plastica. Quindi, nonostante la mancanza di prove definitive, esistono rischi potenziali associati all’uso dei pigmenti nei tatuaggi.
È quindi assolutamente prematuro, e se vogliamo poco responsabile, parlare di “allarme tatuaggi”, ma uno studio svedese pubblicato su EClinicalMedicine suggerisce la possibilità di un nesso tra l’inchiostro dei tatuaggi che rimane sottopelle e un leggero aumento (+21%) di linfomi. Negli ultimi decenni, del resto, la pratica del tatuaggio è aumentata notevolmente. Gli inchiostri dei tatuaggi contengono sostanze potenzialmente cancerogene, inoltre il tatuaggio provoca una risposta immunitaria ed è stato provato che il pigmento del tatuaggio si deposita nei linfonodi, anche se non sono noti gli effetti sulla salute a lungo termine. I ricercatori svedesi hanno condotto uno studio basato su registri sanitari nazionali, per verificare una possibile associazione tra tatuaggio e aumento dell’incidenza di linfoma maligno che ha riscontrato nelle persone tatuate un rischio di sviluppare un linfoma maligno superiore a quello delle persone senza tatuaggi.
Ecco cosa ha dichiarato Christel Nielsen, ricercatrice responsabile dello studio: “Sappiamo che l’inchiostro penetra all’interno dell’organismo, attivando il sistema immunitario che lo riconosce come estraneo. Sappiamo inoltre che una gran parte di questo viene trasportato nei linfonodi, dove si deposita. Non sono note invece le conseguenze a lungo termine dei tatuaggi sulla salute”. Cosi come l’esposizione a solventi, sostanze ignifughe, pesticidi e tinture per capelli interferiscono con il sistema immunitario, così sarebbe possibile ipotizzare una relazione tra tatuaggi e rischio di sviluppare la malattia.
Per quanto riguarda il meccanismo alla base dell’associazione tra esposizione all’inchiostro del tatuaggio e linfoma maligno, i ricercatori affermano che non se ne conosce ancora il motivo ma si può solo ipotizzare che un tatuaggio, indipendentemente dalle dimensioni, scateni un’infiammazione di basso grado nel corpo, che a sua volta può scatenare il cancro. La dimensione del tatuaggio, comunque, non influirebbe sul rischio di linfoma. Viene infine sottolineato come anche la terapia laser, impiegata per la rimozione dei tatuaggi, sia associata a un significativo aumento, fino a tre volte, del rischio di linfoma.