Il virus del Nilo, malattia trasmessa dalle zanzare, continua a espandersi, con 53 casi dall’inizio di maggio ad oggi. Novara è l’ultima provincia che si aggiunge a quelle a rischio secondo il Centro nazionale sangue (vedi mappa che riporta in rosso le province colpite). Trenta sono i casi che si sono manifestati nella forma neuroinvasiva, 8 sono asintomatici, identificati in donatori di sangue, 15 i casi con febbre.
Tre finora i decessi in Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna; ed è proprio quest’ultima regione che sta alzando il livello di prevenzione per il virus che dilaga tra Bologna, Modena e Reggio Emilia con una “circolazione virale di alta intensità”; sono di conseguenza scattate le contromisure con disinfestazioni contro le zanzare, con particolare attenzione ai luoghi dove si concentrano le persone più a rischio, come ad esempio case di riposo e ospedali.
L’Italia è del resto con Spagna e Grecia tra i paesi europei più colpiti. Ma come si trasmette il virus? Il West Nile, o virus del Nilo occidentale, è trasmesso dalla puntura di zanzara Culex, molto diffusa nel nostro Paese. Le zanzare femmine diffondono il virus quando pungono un uccello infetto dal virus e poi pungono una persona. Gli uccelli sono l’ospite principale del virus e le zanzare si infettano pungendoli (sono state trovate positive al West Nile cornacchie in Sardegna). Il virus non può essere trasmesso da persona a persona.
Dal 2015 l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di casi segnalati all’anno. Nel 2018 l’elevata circolazione del virus aveva causato 19 decessi. La Sicilia in questo 2024 è ancora immune. Le persone infettate dal virus non manifestano sintomi e solo una persona su cinque è febbrile. Una persona su 150 sviluppa una malattia grave che colpisce il sistema nervoso centrale (meningite o encefalite). Tra i sintomi più frequenti, oltre la febbre alta, ci sono mal di testa, rigidità al collo, disorientamento, vomito, dolori articolari e muscolari, tremori, fino al coma, perdita della vista e paralisi.