“Interi quartieri esclusi da raccolta della cenere”

Carnazza (II municipio Catania): "Piano di pulizia che va rivisto"

“L’intensa attività dell’Etna e la cenere vulcanica mettono in evidenza tutte le pecche di un piano di pulizia che va rivisto in molti punti”. Già nelle scorse settimane il presidente di Picanello-Ognina-Barriera-Canalicchio, Claudio Carnazza, e il consigliere del II municipio, Diego Monasteri, in una nota congiunta, avevano ribadito la necessità, da parte dell’amministrazione comunale, di richiedere lo stato di calamità naturale. “L’attuale situazione merita un’attenta valutazione e delle considerazioni ben precise. Andando avanti per tentativi e senza coinvolgere i municipi cittadini si rischia di fare l’ennesimo buco nell’acqua. Noi siamo l’organo politico più vicino alla gente e conosciamo perfettamente le necessità delle varie realtà territoriali del capoluogo etneo. Non rendendoci partecipi in prima persona del piano di pulizia delle strade ha impedito finora di raggiungere l’obiettivo con tutte le conseguenze del caso”.

Il progetto di spazzamento straordinario, stabilito dal sindaco con le ditte interessate, non ha riguardato l’intero II municipio ma solo Picanello e una parte al confine con il III municipio. Questo ha inevitabilmente escluso quartieri e rioni come il Villaggio Dusmet, Barriera, Canalicchio, Carrubba e Feudo Grande. “Come presidente del II municipio sono stato messo in grosse difficoltà – prosegue Carnazza – perché dai cittadini mi sono state attribuite decisioni e scelte che non mi competevano. Non solo, raccogliendo le proteste della gente, ho avuto modo di riscontrare che, nelle strade interessate dal piano di pulizia, orari e modalità sono state segnalate con fogli A4, appiccicati con lo scotch e posizionati in modo disordinato e non agli accessi delle suddette vie. Il risultato è che molti non si sono accorti degli avvisi e si sono ritrovati l’auto rimossa dal carro attrezzi anche quando la pulizia della strada non è stata eseguita: insomma oltre al danno la beffa”.

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