Nuovo mammografo a Licata, ma la Sicilia è indietro

di Nuccio Sciacca. Lo screening per il tumore al seno è ancora lontano da livelli ottimali

Nelle regioni del Sud si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon e i tassi di mortalità, che storicamente erano più bassi rispetto al Nord, ora sono paragonabili. I dati arrivano dal primo rapporto del gruppo di lavoro su equità e salute nelle regioni dell’Istituto superiore di sanità, appena pubblicato, secondo cui tra le cause c’è anche il minore ricorso agli screening: nelle aree dove si partecipa meno a questa forma di prevenzione, oltre ad avere una maggiore mortalità c’è anche un più alto l’indice di fuga, il numero cioè di pazienti costretto a spostarsi per potersi operare.

Per il tumore della mammella, in particolare, c’è stata una diminuzione progressiva degli anni di vita persi nelle regioni del Nord e in parte del Centro, mentre le regioni del Sud non mostrano evidenti cambiamenti in questo parametro. Un dato che evidenzia come in regioni in cui lo screening mammografico raggiunge una buona parte della popolazione femminile target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore della mammella che necessitano di un ricovero ospedaliero per intervento chirurgico, mentre questo non è sempre garantito nelle regioni dove lo screening è ancora lontano dai livelli ottimali.

E allora ben vengano iniziative e acquisti mirati come quello dell’Asp di Agrigento che ha eseguito ben sessanta mammografie all’ospedale di Licata lo stesso giorno nel quale è stato inaugurato il nuovo strumento diagnostico. In occasione del taglio del nastro il Centro gestionale screening Asp ha infatti indetto un open day di visite gratuite e senza prenotazione grazie al quale sono state eseguite dodici indagini nel corso della mattina e quarantotto nel pomeriggio. Il risultato dimostra come l’implementazione delle potenzialità della radiologia del San Giacomo d’Altopasso, con l’introduzione del nuovo mammografo digitale, abbia di fatto colmato un vuoto assistenziale presso il comprensorio licatese permettendo adesso alle donne di età compresa fra i cinquanta e i sessantanove anni di non doversi più spostare verso altri centri vicini per effettuare i controlli calendarizzati dello screening oncologico.

L’apparecchiatura, in grado di garantire esami diagnostici di alta qualità e definizione, fa della radiologia dell’ospedale di Licata un centro di screening di primo livello e incrementa le possibilità di ottenere una maggiore e tempestiva identificazione di tumori della mammella in fase precoce, quindi maggiormente “aggredibili” dalle cure con conseguente innalzamento delle possibilità di guarigione.

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