Primi casi in Europa (5 in Italia) di infezione da Oropouche

di Nuccio Sciacca. Sono turisti provenienti da Cuba e Sud-America

Il nostro Ministero della Sanità ha diramato la scorsa settimana una nota sulla malattia da virus Oropouche che è, finora, una malattia limitata al continente americano e non sono mai stati segnalati focolai di febbre di Oropouche nell’Europa continentale. Il virus Oropouche può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di un piccolo dittero ematofago (simile a un moscerino) presente solo in centro-sud America, Culicoides paraensis, o di alcune specie di zanzare (Coquillettidia venezuelensis, Aedes serratus e Culex quinquefasciatus). (Nella foto del “Center of disease control” americano la differenza di dimensione tra i due vettori del virus: la zanzara, a destra, e il moscerino a sinistra).

La nota ministeriale italiana arriva però dopo la segnalazione, per la prima volta in Europa, di 19 casi di Oropouche virus (Orov), di cui 5 in Italia, 12 in Spagna e 2 in Germania. Ma si tratta però, è bene precisarlo, di casi tutti collegati a viaggi a Cuba o in Brasile. Il moscerino che lo trasmette, ampiamente diffuso nelle Americhe, è assente in Europa. Il rischio di infezione da Orov per i cittadini che viaggiano o risiedono in aree epidemiche in Sud America, America Centrale e nei Caraibi è attualmente valutato come moderato. Nell’uomo i sintomi iniziano in genere da 4 a 8 giorni (intervallo da 3 a 12 giorni) dopo la puntura infetta. L’esordio è improvviso, solitamente con febbre elevata, mal di testa, rigidità articolare, dolore, brividi e talvolta nausea e vomito persistenti, con durata di 5-7 giorni.

Meno frequentemente, i pazienti manifestano eruzioni cutanee, anoressia, dolore retro-orbitario e malessere generale. Sono stati descritti anche fenomeni emorragici come epistassi, sanguinamento gengivale o petecchie. È frequente (60% dei casi) un andamento clinico bifasico con una ricaduta dei sintomi entro due settimane da un primo miglioramento clinico con un quadro sintomatico simile, ma a volte più intenso. La maggior parte dei casi guarisce spontaneamente entro circa sette giorni, tuttavia, in alcuni pazienti, la convalescenza può richiedere alcune settimane per persistenza di mialgia e astenia.

La prognosi per la guarigione è buona e gli esiti fatali sono estremamente rari. Dati recenti, ma ancora da confermare, indicano che l’infezione da Orov durante la gravidanza può portare a gravi conseguenze, tra cui aborto spontaneo, aborto, problemi di sviluppo e deformità nel feto. Non esistono vaccini per prevenire o farmaci specifici per curare la malattia da Orov. Le misure di protezione personale per ridurre il rischio di punture includono l’uso di repellenti, l’uso di camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi e l’uso di zanzariere a maglie fini trattate con insetticida durante il riposo.

Il Ministero raccomanda la identificazione di casi importati di infezione da Orov e di potenziare il sistema di sorveglianza, considerando la possibilità di infezione da Orov in quei pazienti, con particolare attenzione alle donne in gravidanza, di ritorno dal Sud e Centro America che presentino sintomatologia clinica compatibile con arbovirosi e abbiano mostrato un test negativo per Denv, Zikv e Chikv. E’ già possibile per i medici ospedalieri inviare ai laboratori di riferimento regionali o a quello nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, i campioni di sangue per l’esecuzione del test specifico.

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