Schianto sulla A18 dopo il torneo di pallanuoto

Incidente al rientro da Messina. La famiglia, l'amore per lo sport e per il suo locale: chi era Bruno Arena 

CATANIA – È Bruno Arena, 40 anni, titolare di un noto cocktail bar di Catania il motociclista morto nel tardo pomeriggio di ieri dopo essersi scontrato con un’auto sull’autostrada A18 Messina-Catania. L’incidente è avvenuto nel tratto fra gli svincoli di Giarre e Acireale, in direzione di Catania, quando per cause ancora da accertare il centauro, a bordo di una Triumph, si è schiantato contro una Citroen. La circolazione è rimasta bloccata per diverse ore e in autostrada si sono formate lunghe code. Vista la gravità dell’incidente e a causa della circolazione bloccata, è dovuto intervenire l’elisoccorso del 118 ma purtroppo per l’uomo non c’è stato nulla da fare. I funerali si terranno martedì alle 17 nella chiesa San Marco, in via Convento del Carmine, a Tremestieri Etneo.

Bruno lascia la moglie e due bambini piccoli: il primo di 5 anni, il secondo di quasi 2. In passato si era trasferito a Milano per qualche tempo per poi rientrare a Catania e aprire il cocktail bar Boheme, locale molto conosciuto in città. Era uno sportivo: pallanotista di lungo corso, lo scorso anno aveva militato nella Waterpolo Catania in C, club nel quale ha trascorso numerose stagioni. In passato aveva giocato nelle giovanili della Nuoto Catania e poi con Poseidon, Muri Antichi, Blu Team, Rari Nantes Catania, Puntese, Nautilus, Etna Waterpolo, Acicastello e Synthesis. Arena rientrava da Messina dove aveva partecipato a un torneo pre stagionale con la sua squadra andando via prima della fine della manifestazione proprio per tornare in città per occuparsi del suo locale.

“Bruno ha giocato con la mia società per anni – racconta Andrea Penna, presidente della Waterpolo Catania – era uno dei nostri, siamo come una famiglia. Lo ricordo con il suo primogenito in piscina, da poco era arrivato anche il secondo figlio. Era andato con la squadra a Messina per partecipare a un torneo al quale eravamo stati invitati, ma aveva deciso di rientrare da solo in anticipo proprio per occuparsi del suo locale, un cocktail bar di successo che era legittimo motivo di orgoglio. Se ne va una persona splendida, siamo sconvolti”.

Per alcune ore il traffico è rimasto paralizzato. Molti automobilisti sono scesi dalle proprie autovetture proprio subito dopo l’incidente per cercare di prestare soccorso. Tra loro anche alcuni infermieri testimoniano sui social di aver cercato di rianimare il 40enne, come scrive il signor Franco: “Credetemi ci abbiamo provato. Sono passato pochi minuti dopo l’incidente, ho visto che massaggiavano, mi sono fermato e mi sono aggiunto all’infermiere acese che come me si era fermato, avevano appena sottratto da sotto l’auto il povero ragazzo, e insieme ad un medico facevano il massaggio cardiaco, mi sono aggiunto dando il cambio ogni due minuti, insieme all’infermiere e l’altra ragazza, istruttrice blsd, scopro dopo. Si aggiunge un altro medico del PS del Cannizzaro, ma eravamo a mani vuote, le ambulanze non arrivavano, abbiamo dato l’anima per tenerlo in vita ma inutilmente. Poi le ambulanze, l’elicottero, e quella telefonata della moglie a cui ha dovuto rispondere un agente della polizia stradale, signora purtroppo suo marito è morto. Mi dispiace abbiamo fatto il possibile per 45 minuti ininterrottamente”. Un amico, Agatino, lo ricorda così: “Un sorriso sincero sempre presente sul volto, come suo papà del resto. Maurizio Arena il mondo oggi ha un po’ di gioia in meno avendo perso Bruno”.

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