Ex giocatore del Cagliari trovato morto in hotel

Andrea Capone aveva ferite alla testa compatibili con una caduta

CAGLIARI – Forse una caduta accidentale nella suite a due piani dell’albergo a cinque stelle di Cagliari affacciato sul porto, Palazzo Tirso. Avrebbe battuto la testa scendendo da una ripida scala: Andrea Capone, ex del Cagliari, uno dei giocatori più promettenti del calcio italiano della classe 1981, è morto così questa mattina nel capoluogo sardo. L’ex trequartista, che ora si occupava dell’azienda familiare, si era trattenuto nell’hotel dopo aver partecipato durante la serata a una festa di battesimo. Sembra che non trovasse più le chiavi dell’auto (ritrovata poi chiusa nei dintorni del resort) e così ha preso una camera.

A scoprire il corpo il personale dell’hotel che ha chiamato i soccorsi. Sul posto la polizia per cercare di ricostruire i fatti: in mattinata sono state ascoltate diverse persone e saranno anche vagliati i filmati delle telecamere di sorveglianza dell’albergo. Acquisito, ma non sequestrato, il cellulare della vittima. La notizia del ritrovamento del corpo di Capone è arrivata poco dopo un omicidio consumato a pochi chilometri dal capoluogo sardo, ad Assemini, dove un 27enne, Alessandro Cambuca, è stato accoltellato a morte in casa, a quanto pare al culmine di una lite con un conoscente, che è stato fermato dai carabinieri.

Ancora le informazioni erano frammentarie e si sapeva solo di un uomo morto in un hotel con ferite alla testa e per un attimo si è temuto che potesse esserci un secondo fatto di sangue nella stessa giornata. Quasi subito però è arrivata la conferma che Capone fosse stato vittima di un tragico incidente. Nell’albergo davanti al porto ha operato la Scientifica per i rilievi e la squadra mobile, ma le indagini sono affidate alla squadra volante. Il medico legale ha esaminato esternamente il cadavere e sembra che le ferite sulla testa possano essere compatibili con la caduta. probabile l’autopsia.

A fine mattinata davanti all’hotel gli amici, increduli per quanto accaduto. “Era con noi alla festa – ha detto uno di loro – e ora questa tragedia”. Cagliaritano (il padre era il patron di un glorioso club cittadino) era cresciuto nelle giovanili della sua squadra del cuore. Il Cagliari se lo era tenuto stretto nonostante le tante richieste di big di Serie A. Trequartista mancino, era considerato un talento: forte nel dribbling, negli assist e nei tiri da fermo. L’esordio tra i professionisti a 19 anni nella prima giornata della stagione 2000-2001, in Serie B. Rimane in rossoblù fino al 2006: in mezzo i prestiti a Sora e Treviso. Nella stagione 2003-2004, quella del ritorno in Serie A con Gianfranco Zola capitano, darà il suo contributo con 2 reti in 22 gare. Saranno le annate 2005-2006 e 2006-2007 a consacrarlo in A. In tutto realizzerà in rossoblù 123 presenze e 12 gol. Cordoglio del Cagliari e del patron Giulini: “Il legame con la sua Terra rimarrà impossibile da scalfire, per un ragazzo da sempre noto per professionalità, dedizione e passione”, scrive il club sui social. Domani il Cagliari sarà probabilmente con il lutto al braccio nella trasferta di Parma.

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