Il Tar deciderà il 24 settembre, ma il braccio di ferro sulla costruzione di un osservatorio astronomico nelle Madonie con il super telescopio Fly Eye continua. Oggi alcune sigle ambientaliste, che con il loro ricorso hanno ottenuto lo stop ai lavori in via sospensiva, hanno tenuto un presidio alle pendici di monte Mufara, il sito scelto dall’Agenzia spaziale europea per la costruzione dell’osservatorio, progettato come presidio di un sistema di difesa planetaria dal rischio di impatti di asteroidi e comete.
Da qui il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, ha lanciato un messaggio che sembra essere una replica al ministro Adolfo Urso, che a Palermo aveva sottolineato l’importanza dell’opera, alla quale “non si può rinunciare”, e aveva assicurato che il procedimento e le autorizzazioni sarebbero in linea con le norme di tutela ambientale. “Neanche noi siamo contrari al telescopio e alle sue finalità scientifiche, ma chiediamo che le opere previste non abbiano un impatto importante. Cerchiamo insieme soluzioni alternative”, ha detto Castronovo.
Il progetto dell’Esa (12 milioni la spesa) suscita da tempo discussioni e polemiche. Il sito di monte Mufara è a quota 1.865 metri. Le agenzie astronomiche lo considerano il più indicato per l’assenza di inquinamento luminoso e per la vicinanza con il polo astronomico Gal Hassin di Isnello. Siamo nel cuore della Sicilia e in un’area del Parco delle Madonie soggetta a tutela integrale oltre a vari vincoli paesaggistici e ambientali. Proprio questi vincoli sono la causa dell’opposizione degli ambientalisti che da tempo sono schierati contro il progetto originario.
Più volte sono intervenuti la Regione, il Tar e la stessa sovrintendenza con decisioni che hanno rallentato il procedimento autorizzativo. L’Esa ha mantenuto la sua scelta, anche rispetto alla possibilità di trasferire alle Azzorre l’osservatorio e il telescopio. L’impianto ha un’alta tecnologia. Il telescopio Fly Eye, osserva Pino Mogavero presidente del polo Gal Hassin di Isnello, è uno strumento innovativo in grado di coprire un vasto campo visivo. Le opere progettate, secondo Mogavero, non rientrano nel campo d’applicazione del divieto. Un decreto legislativo del governo ha previsto infatti una deroga per le opere di “rilevanza strategica”. Ma per gli ambientalisti mancano alcune autorizzazioni. La norma in deroga non sarebbe inoltre retroattiva e presenterebbe profili di incostituzionalità. È la tesi di fondo del loro ricorso.
Intanto a proposito di difesa del pianeta un piccolo asteroide è esploso sul cielo delle Filippine, senza causare danni e conquistando il primato del più veloce mai visto, considerando che sfrecciava a 20,6 chilometri al secondo, a causa delle caratteristiche della sua orbita. Era stato scoperto soltanto poche ore prima del suo impatto nell’atmosfera. Utilizzando telescopi in Cile e in Australia, l’Esa ha seguito l’asteroide fino a quando è entrato nell’ombra della Terra, 37 minuti prima dell’impatto. La difesa planetaria, che prevede la ricerca di asteroidi vicini alla Terra, la loro catalogazione e localizzazione, è diventata una delle priorità delle agenzie spaziali di tutto il mondo. A questo scopo la Nasa sta progettando un nuovo telescopio a infrarossi, chiamato Neo Surveyor, e la Cina sta preparando una missione per deviare un asteroide entro il 2030. L’Europa punta sulla rete di telescopi Fly Eye, il primo dei quali è quello previsto in Sicilia.