PALERMO – Cattedrale di Palermo piena di gente e di amore per Totò Schillaci, in occasione dei suoi funerali. Ieri e l’altro ieri la camera ardente è stata visitata da migliaia di parenti, amici e soprattutto tifosi. In chiesa sono circa mille le persone presenti, 800 posti a sedere e 200 in piedi nei transetti, la maggior parte delle persone che avrebbero voluto assistere è restata fuori. Il rito delle esequie di Totò Schillaci è officiato da monsignor Filippo Sarullo, parroco della chiesa cattedrale di Palermo.
“Sinora, caro Totò, avevi giocato soltanto il primo tempo della tua vita, breve, quasi da tempi supplementari, di 59 anni – ha detto nell’omelia monsignor Filippo Sarullo -. E se è vero che non hai segnato il gol della vittoria su questa terra per liberarti dalla malattia, nel secondo tempo, che è durato un istante, quello della morte, nel fischio finale, come deve essere per ogni credente, lì hai giocato la partita più bella della tua vita, hai fatto il passaggio più bello della tua vita, un passaggio non con giocatori altrettanto bravi come te, ma con il numero 1, Gesù, e hai realizzato il passaggio alla vita eterna”.
“Ti sei ritrovato davanti a una porta – ha aggiunto – ma non come quella di un campo di calcio di Serie A, ma ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti alla Porta della misericordia, la porta dell’amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso”.
Nelle prime file, in cattedrale, il presidente della Figc Gabriele Gravina, l’ex presidente della Figc, Antonio Matarrese, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo calcio Dario Mirri, che guida la delegazione della società con l’ad Gardini. Ci sono alcuni calciatori del Palermo, Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al vice Giulio Migliaccio e a una rappresentanza delle giovanili.
Presente alle esequie anche Beppe Bergomi, uno degli ex compagni di Totò Schillaci, insieme hanno giocato in Nazionale e nell’Inter: “È’ stato l’eroe di tutti noi, ci stava regalando un sogno. Mi sembrava giusto essere qui oggi. Quando ci si ritrovava, anche a distanza di tempo, l’amicizia profonda rimaneva. Abbiamo vissuto l’anno e mezzo che è stato all’Inter intensamente. Ma mi rimane nella mente il gol con l’Austria, venne ad abbracciarmi. I giovani di oggi vogliono tutto e subito, invece bisogna faticare. Totò in questo era un esempio”.
“Come Pino Puglisi, che riposa in questa cattedrale, anche Totò Schillaci ci dice che questa città la possiamo e la dobbiamo cambiare – ha detto Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, in un discorso a braccio, al momento di benedire la salma di Totò Schillaci, al termine dei funerali -. Di Totò ricordiamo il suo corpo proteso alla gioia, i suoi occhi, in quel 1990. Ma poi Schillaci ha continuato a donare il suo corpo perché gli altri avessero corpi liberi, è rimasto uno di noi, ha pensato la sua vita facendo memoria della sua origine, l’ha pensata come un dono, perché le nuove generazioni avessero uno sguardo bello, trasfigurato come il suo, perché potessero correre liberi in strada, per vivere in pienezza la vita, contro chi invece li vuole schiavi”.
La strada dell’onestà e del sacrificio, l’assenza di scorciatoie nel cammino professionale e umano dell’ex attaccante della nazionale, è stato centrale nella sua esistenza, ha detto l’arcivescovo di Palermo. “Schillaci ha pensato alla sua vita – ha aggiunto Lorefice – in mezzo alle nuove generazioni, voglio ringraziarlo per questa sua grande opera, voluta, consapevole, stare nella strada con i giovani, perché potessero conoscere la via del bene, la via della libertà, un corpo donato, il suo, perché altri potessero donare vita. Anche io oggi ho l’onore di potere dare l’ultimo saluto al carissimo Totò, prima di affidarlo a quel luogo che ci ricorda che i nostri corpi hanno una sola vocazione, devono sprizzare luce e bene, queste sono le parole che ci lascia in eredità Totò e lo affidiamo alla misericordia di Dio. Gli diciamo addio, ci vedremo in Dio, nella pienezza vera della vita”.
Prima di raggiungere la cattedrale la salma di Schillaci ha attraversato le strade del Cep, il quartiere d’origine, dove vive ancora Mimmo, il padre dell’attaccante scomparso l’altro ieri. Tanti i residenti presenti, di tutte le età, a cominciare dagli studenti dell’istituto comprensivo Giuliana Saladino. Molti al passaggio dell’eroe di Italia ’90 hanno pianto e intonato cori da stadio e “Notti magiche”, di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, la storica colonna sonora dei Mondiali italiani. Dopo il saluto alla chiesa di San Giovanni Apostolo, il carro è passato dal Ribolla per salutare il campo dell’Amat, dove è sbocciato il talento, e i ragazzi della scuola calcio del giocatore scomparso.