Processo Open Arms, chiesti 6 anni per Salvini

Il pm: "Lesa la libertà dei migranti che non fece sbarcare a Lampedusa"

PALERMO – Il Pm ha chiesto sei anni di reclusione per Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco dalla Open Arms di 147 migranti a Lampedusa. La richiesta della pena riguarda entrambi i reati che vengono contestati a Salvini che – come lui stesso ha dichiarato – rischiava fino a 15 anni di reclusione.

“Il pos doveva essere rilasciato senza indugio e subito, il diniego è stato in spregio delle regole e non per proseguire in un disegno governativo”, ha detto la procuratrice aggiunta di Palermo, Marzia Sabella, alla fine della requisitoria. “Il diniego consapevole e volontario ha leso la libertà di ognuna delle 147 persone e non c’era ragione – ha aggiunto Sabella -. In questo processo non ci sono state le persone offese, la maggior parte di loro è irreperibile, ma non perché siano clandestini o criminali. Leggeremo a uno a uno i nomi di queste persone per ricordarle”.

“Matteo Salvini, nato a Milano, 9 marzo 1973, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno da giugno 2018 a settembre 2019: oggi sono a processo e rischio il carcere perché in Parlamento la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato”. Inizia così un video in cui il vicepremier e ministro della Lega, con musica di tensione in sottofondo, e il volto illuminato sullo sfondo scuro, in una sorta di arringa difensiva ricostruisce la vicenda della nave Open Arms. “Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per aver difeso i confini del proprio Paese – ha detto Matteo Salvini -. L’articolo 52 della Costituzione italiana recita che la difesa della patria è un sacro dovere del cittadino. Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani, mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data”.

“Insieme ai colleghi di governo avevo firmato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane – afferma Salvini -. Grazie alla mia azione di governo erano diminuiti sbarchi, morti e dispersi nel Mar Mediterraneo. Nell’anno precedente al mio arrivo gli sbarchi di clandestini erano stati 42.700. Durante il mio mandato al ministero dell’Interno gli sbarchi si erano ridotti fino a 8.691. Dopo di me gli sbarchi purtroppo tornarono a salire superando quota 21.000 nello stesso periodo. A questa nave spagnola non è mai stata impedita la possibilità di andare ovunque tranne che in Italia perché non potevamo più essere il capo profughi di tutta Europa”.

“Il 29 luglio 2019 una nave spagnola di ong spagnola, la Open Arms, salpa da Siracusa diretta a Lampedusa – afferma il leader della Lega -. A Lampedusa non arriverà mai. Improvvisamente cancella la destinazione dal diario di bordo e si dirige verso le coste libiche. Il primo agosto riesce a intercettare un barcone con dei clandestini a bordo. Da quel momento comincia a navigare per il Mediterraneo raccogliendo altri clandestini e puntando verso l’Italia. Il 20 agosto arriverà davanti alle coste siciliane con 164 clandestini a bordo. Nei giorni precedenti aveva testardamente rifiutato ogni richiesta di aiuto, di soccorso, di sbarco in porti diversi rispetto a quelli italiani”.

“Hanno detto di no alla Tunisia – prosegue il vicepremier -, hanno detto di no a Malta, hanno detto di no perfino allo Stato di bandiera, cioè alla Spagna. Più di venti giorni di navigazione nel Mediterraneo trattenendo a bordo tutti questi clandestini, quando per raggiungere la Spagna sarebbero bastate 72 ore. Questa nave spagnola ha rifiutato per ben due volte lo sbarco dei clandestini in due porti messi a disposizione dalla Spagna e ha rifiutato addirittura il soccorso di una nave militare inviata dal governo spagnolo. Durate la navigazione nel Mediterraneo della Open Arms abbiamo sempre soccorso e fatto sbarcare malati, donne incinte e minori a bordo”. Il video si conclude con l’immagine di una sedia di metallo, e il primo comma dell’articolo 52 della Costituzione: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

“Il punto è che basta esaminare gli atti e non fare ipotesi e teoremi per rendersi conto che durante tutto il processo c’è stata la correttezza dell’operato di Salvini, la massima attenzione alla salute dei migranti – ha commentato Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini -. E che questo ritardo (nel rilascio del pos) è minimo rispetto a quello che quotidianamente si registra quando devono sbarcare i migranti”.

La premier Giorgia Meloni sui social ha espresso ‘totale solidarietà’ a Matteo Salvini: “È incredibile che un ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini. Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al ministro Salvini”.

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