Ribera, in sala operatoria per il morso di una ‘vedova nera’

di Nuccio Sciacca. Dopo il ragno violino ecco un altro pericoloso aracnide

Non c’è solo il ragno violino a guastare le vacanze degli italiani. Dopo i recenti casi, purtroppo anche letali, di morso di Loxosceles rufescens appartenente alla famiglia dei Sicaridi, si registra un altro caso in Sicilia da morso di ragno. Un uomo di ritorno da una vacanza nelle Marche, è giunto, infatti, al pronto soccorso dell’ospedale di Ribera, città dove risiede, con una grave lesione cutanea in regione nucale, caratterizzata da necrosi tissutale così profonda e ampia da raggiungere la fascia muscolare. E’ stato quindi ricoverato nel reparto di chirurgia del Fratelli Parlapiano, diretto da Domenico Macaluso. “Il sospetto concreto – spiega il primario – è quello che, a determinare la profonda lesione, sia stato il morso di una vedova nera del mediterraneo (Latrodectus mactans) (nella foto): il paziente ci ha infatti riferito che, una mattina al risveglio ha rinvenuto sul cuscino un insetto con le caratteristiche della cosiddetta malmignatta, un ragno dall’addome globoso nero, con delle macchie rosse. Dopo qualche giorno, ha notato la presenza di una tumefazione dolente alla nuca, che ha iniziato a ulcerarsi”.

L’equipe chirurgica siciliana (nella foto) ha effettuato un curettage chirurgico della ferita, con l’asportazione delle aree di necrosi cutanea, provvedendo a inviare questi tessuti all’Unità Operativa di anatomia patologica dell’ospedale di Sciacca per un esame istologico. “Il paziente – continua Macaluso – è adesso sottoposto a cure antibiotiche e il quadro non desta preoccupazioni. Evitando inopportuni allarmismi, bisogna comunque considerare che una diagnosi precoce è fondamentale per la prognosi di queste patologie, che raramente risultano mortali, anche perché, per quel che concerne la vedova nera, esiste un antidoto che va somministrato entro poche ore dal morso. L’insetto è dotato di un veleno molto potente, in particolare di centoquarantasei tossine di cui la più significativa è l’α-latrotossina, una potente neurotossina; in questo caso, quella che potrebbe avere determinato la necrosi cutanea, è stata una proteasi. Utile, per noi sanitari, in caso di puntura, potrebbe essere anche la possibilità di disporre di una foto scattata dal paziente all’insetto per identificarne la specie con maggior certezza”.

Non è certamente il primo caso di lesione cutanea determinata da contatto con animali marini o da punture di insetti trattati con successo dalla chirurgia di Ribera nel recente passato. “Già nel 2017 – ricorda ancora Macaluso – un’anziana signora, diserbando il suo giardino, è stata morsa da un ragno che, come descritto dalla paziente, era verosimilmente un ragno violino. Il caso di loxoscelismo ha comportato un ricovero a Ribera per la paziente che, dopo diversi interventi chirurgici per la rimozione delle aree di necrosi cutanee che progressivamente dalla mano aveva raggiunto la regione ascellare, è guarita pienamente. Recentemente un giovane paziente, venuto in contatto con una ‘cubo medusa’ durante un soggiorno in Thailandia, è stato trattato con successo grazie alla sinergia creatasi tra l’ospedale di Ribera, l’Unità di chirurgia plastica dell’ospedale Civico di Palermo e la camera iperbarica dell’ospedale di Sciacca”.

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