Si abbassa l’età del primo rapporto

di Nuccio Sciacca. Pubblicati i dati sullo stato di benessere sessuale degli italiani in occasione della giornata mondiale

Ogni anno, il 4 settembre è la Giornata mondiale del benessere sessuale come voluto fin dal 2010 dalla World Association for Sexual Health (Was) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo scopo è quello di accrescere la consapevolezza sul ruolo che la sessualità gioca nella salute umana, promuovendo una più ampia informazione su questo delicato tema. E’ una giornata diversa dalle tante intitolate a patologie o disturbi che si celebrano periodicamente perché deve scontrarsi con i tabù ancora oggi radicati nella sfera della sessualità. Secondo la definizione dell’Oms del 2006, la salute sessuale e riproduttiva è “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni”. E’ stato reso noto in occasione della giornata 2024 il rapporto di Istat “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale”.

Interessanti i dati come quello per cui “l’età media del primo rapporto è sempre più vicina all’età della prima mestruazione ed è fondamentale informare gli adolescenti sulla necessità di utilizzare i metodi di barriera per prevenire la trasmissione delle infezioni sessuali”. Inoltre “il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze ha avuto il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni”. Pubblicati anche i dati dell’ultimo rapporto Censis-Beyer che analizza le abitudini sessuali degli italiani tra i 18 e i 40 anni: ad avere una vita sessuale attiva è il 41,6% delle persone, che dichiara di fare l’amore almeno due volte a settimana. Il 27,7% degli intervistati si dedica all’attività sessuale una volta a settimana, il 21,2% almeno una volta ogni tre o quattro mesi e il 3,9% ogni cinque o sei mesi.

Secondo l’indagine, il 16,5% degli italiani invece non ha rapporti completi: di questi, il 10,2% non ha mai fatto l’amore e il 6,3% ha avuto rapporti non completi. Infine “molti uomini sono preoccupati dal loro rendimento a letto che può diventare una vera e propria ansia da prestazione, motivo alla base non solo della disfunzione erettile ma di tanti altri problemi legati alla sessualità. Puntando tutto sulla prestazione i maschi mettono in secondo piano il piacere di condividere con il/la partner una sana relazione”.

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