Un intervento di riparazione della valvola che, nel cuore, separa l’atrio dal ventricolo di destra condotto attraverso una vena alla base della gamba (vena femorale). E’ così che il team di emodinamica (nella foto) del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento ha guarito un complesso paziente ultraottantenne affetto da grave insufficienza valvolare e scompenso cardiaco. Per Agrigento si tratta del primo intervento di riparazione della valvola tricuspide tramite cateteri endovascolari, senza ricorrere alla cardiochirurgia tradizionale.
L’intervento, come in altri centri di eccellenza italiani e siciliani, viene eseguito in sala di emodinamica in anestesia generale utilizzando le immagini ecografiche “bi e tridimensionali” trasmesse da una sonda transesofagea incrociate con immagini radiografiche multiplanari, ad alta risoluzione (nella foto), che hanno permesso di posizionare due clip sui lembi della valvola ottenendone la stabilizzazione e l’efficace riparazione. La tecnologia è simile a quella già utilizzata dagli stessi professionisti del San Giovanni di Dio ma per la riparazione della valvola mitralica. L’intervento dell’equipe di emodinamica, diretta da Giuseppe Caramanno, è stato eseguito da Salvatore Geraci, coadiuvato da Gerlando Pilato e Michele Giusti, con l’indispensabile supporto del personale tecnico-infermieristico specializzato negli interventi ad alta complessità in emodinamica e con la stretta e costante collaborazione dell’equipe anestesiologica coordinata da Gerlando Fiorica.
Agrigento, cardiologia interventistica per riparare la valvola tricuspide del cuore
di Nuccio Sciacca. Senza chirurgia, ma attraverso un catetere introdotto dalla vena femorale