Fecondità, Sicilia al secondo posto nazionale

di Nuccio Sciacca. E’ di 1,32 figli per donna il numero medio regionale

Nel 2023 il numero medio di figli per donna, la cosiddetta fecondità, continua a scendere. Nel Mezzogiorno, dopo la lieve ripresa dello scorso anno, si evidenzia un calo da 1,26 a 1,24 figli per donna. Nonostante questa flessione, dopo quasi 20 anni il Mezzogiorno torna, però, a registrare una fecondità superiore a quella del Nord. La Provincia autonoma di Bolzano registra una diminuzione importante (da 1,64 figli per donna nel 2022 a 1,56 nel 2023) ma conserva il primato della fecondità in Italia. Seguono la Sicilia (1,32), la Campania (1,29) e la Calabria (1,28). La Sardegna continua a presentare il più basso livello di fecondità (0,91), ulteriormente ridottosi sull’anno precedente (0,95).

E’ stato, infatti, pubblicato il report dell’Istat e in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite di quest’anno sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 in linea con il trend decrescente in atto dal 2010, anno in cui si è registrato il massimo relativo di 1,44 figli per donna. La fecondità sembra non risollevarsi, finora, neanche nel 2024. Sulla base del numero provvisorio di nati rilevato tra gennaio e luglio, il numero medio di figli per donna è infatti stimato in 1,21, in linea col dato dell’anno precedente. Con la differenza sostanziale, tuttavia, che questo lieve recupero sul piano comportamentale, non si traduce in incremento di nascite (in calo del 2,1% rispetto ai primi sette mesi del 2023), stante la riduzione della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni), transitata da 11,6 milioni a 11,5 milioni tra il 1° gennaio 2023 e il 1° gennaio 2024 (-0,9%).

La fecondità osservata risente degli effetti connessi a fenomeni di posticipazione o recupero delle scelte riproduttive, legati al contesto sociale ed economico del particolare momento storico. Da qui, possono emergere andamenti oscillanti dell’indicatore di fecondità di periodo che, in quanto misura trasversale, sintetizza il comportamento riproduttivo di generazioni diverse. Considerando le coorti che hanno concluso il proprio periodo di vita riproduttiva, la fecondità passa da 2,01 della generazione 1947 a 1,43 della coorte di donne classe 1974. Il numero medio di figli per donna registrato nel 2023 riporta il Paese indietro, al minimo storico di 1,19 osservato nel 1995.

Nel confrontare questi due valori, occorre sottolineare che c’è una differenza nella composizione per cittadinanza della popolazione femminile: infatti, nel 1995 il tasso di fecondità totale era ascrivibile quasi completamente ai comportamenti delle italiane, essendo ancora esiguo il contributo delle donne straniere. Il continuo aumento di queste ultime dopo il 1995, e la loro tendenza a realizzare i progetti riproduttivi in Italia, aveva contribuito a una ripresa della fecondità, evidente nel primo decennio degli anni Duemila, periodo nel quale anche le donne italiane avevano offerto un contributo positivo. Dal secondo decennio degli anni 2000 e fino agli anni più recenti lo scenario, come detto, è cambiato notevolmente.

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