Arriva la cardiochirurgia attraverso l’ascella

di Nuccio Sciacca. A Palermo tecniche mini-invasive per riparare le valvole cardiache: i primi due pazienti stanno bene

Approcci mininvasivi per la cardiochirurgia e in particolare per il trattamento della valvola mitrale, aortica e tricuspide sono l’ultima frontiera che permette di non operare il cuore attraverso lo sterno ma con un’incisione di soli 4-5 cm vicino all’ascella, quasi totalmente invisibile dopo l’intervento, che consente al chirurgo di esporre e lavorare al meglio sulla valvola e al paziente di recuperare nel postoperatorio più rapidamente. Sono tecniche diventate di routine nei maggiori centri cardiochirurgici del mondo dove oltre il 70% degli interventi sulla valvola aortica e il 90% di quelli sulla valvola mitrale vengono ormai eseguiti in maniera mininvasiva.

Ma adesso questa trasformazione in chirurghi “ibridi”, cioè operatori capaci di utilizzare sia pinza e bisturi che guide e cateteri, arriva anche in Sicilia e grazie al lavoro di squadra che comprende anche anestesisti, perfusionisti, fisioterapisti ed infermieri, si arriva a un programma cardiochirurgico mininvasivo di qualità che, grazie all’estubazione precoce, all’inizio della riabilitazione già poche ore dopo l’intervento e anche all’immediato supporto dei familiari, migliora la soddisfazione dei pazienti e consente un più veloce ritorno alla vita normale.

L’unità operativa di Cardiochirurgia del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo ha adottato una delle tecniche mininvasive più avanzate quale quella per il trattamento delle valvulopatie cardiache, realizzata attraverso un accesso proprio dal cavo ascellare. La metodica mininvasiva è stata adottata con la collaborazione clinica del dottor Utz Kappert del Centro Cuore di Dresda, una delle strutture di riferimento internazionale per questo tipo di procedure.

I primi due pazienti operati, uno di 76 anni con stenosi della valvola aortica, e uno di 57 con insufficienza della valvola mitralica, stanno bene. Per la sostituzione della valvola aortica è stata utilizzata una protesi auto-espandibile di ultima generazione che non richiede suture e consente di ridurre notevolmente i tempi chirurgici. Nel paziente con insufficienza complessa della valvola mitralica è stato effettuato una riparazione valvolare. Il direttore dell’unità operativa di Cardiochirurgia del Policlinico, Vincenzo Argano (nella foto con il suo team), spiega che questi interventi “sono stati entrambi effettuati attraverso un approccio mininvasivo ascellare che supera l’attuale approccio attraverso la parete toracica anteriore utilizzato in altri centri. I vantaggi sono relativi a una migliore esposizione chirurgica, che consente di trattare molteplici vizi valvolari anche contestualmente, e per l’eccellente effetto cosmetico in quanto la piccola cicatrice è nascosta nel cavo ascellare”.

“Questi interventi – aggiunge – si inquadrano nel continuo rinnovamento dell’attività dei reparti di cardiochirurgia e cardioanestesia del Policlinico di Palermo che sempre di più stanno puntando su interventi mini e micro-invasivi a beneficio dei pazienti che scelgono di essere trattati presso la nostra istituzione. Tali procedure si affiancano quindi ai trattamenti percutanei e chirurgici disponibili nel nostro centro che da due anni fa parte dei Centri Hub siciliani per il trattamento delle patologie valvolari”.

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