Un’apparecchiatura di altissimo livello all’ospedale Villa Sofia di Palermo e la seconda di questo genere installata in Italia (l’altra è al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia): il navigatore broncopolmonare. Ricorda per molti versi i navigatori satellitari che comunemente usiamo alla guida degli autoveicoli: ha, infatti, lo scopo di guidare l’endoscopista nel labirinto rappresentato dall’albero tracheobronchiale, consentendo di raggiungere il nodulo polmonare anche quando è estremamente piccolo e periferico”. Questo navigatore broncopolmonare serve proprio per la diagnosi dei piccoli noduli polmonari ed è profondamente innovativo in quanto non usa onde elettromagnetiche.
L’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (Uosd) di Broncopneumologia Interventistica (collocata al piano terra del padiglione geriatrico dell’ospedale), diretta da Giuseppe Arcoleo (nella foto con lo staff e la direzione strategica) si conferma, così, un punto di riferimento altamente qualificato nel trattamento delle patologie respiratorie. “Si tratta – spiega Arcoleo – di una dotazione tecnologica di ultima generazione che contribuirà a invertire la mobilità passiva per quei pazienti che adesso non avranno più bisogno di spostarsi altrove per accedere a tale opportunità diagnostica. Il sistema di navigazione polmonare permette di raggiungere piccolissime lesioni, ovvero noduli polmonari (tra 1 e 2 cm), collocati anche in aree periferiche del polmone (situati nella parte più esterna di esso). Ciò permette, come evidenze scientifiche attestano, di poter formulare diagnosi in casi in cui l’indagine, laddove eseguita con le metodiche broncoscopiche convenzionali, fallirebbe con alta probabilità”.
“E’ molto importante in caso di sospetta neoplasia maligna del polmone – continua Arcoleo – poter avere certezza diagnostica tempestiva, per indirizzare prontamente il paziente alla cura più appropriata al caso di specie, con conseguente miglioramento gli outcome e aspettativa di vita. Nel caso di sospetti per neoplasia in soggetti a rischio, il navigatore in oggetto permette di raggiungere piccolissimi noduli e aree del parenchima (tessuto) polmonare di difficile accesso che, in ipotesi di indagine diagnostica tradizionale, dunque, senza tale strumento, verosimilmente, non verrebbero rilevati neppure e non potrebbero essere scrinati”.
“Tecnicamente – conclude Arcoleo – il sistema di navigazione sfrutta la Tac del paziente, ricostruisce virtualmente l’intero albero bronchiale e i vasi, e durante l’intervento si sincronizza, e si abbina, al broncoscopio, suggerendo il percorso più opportuno per raggiungere tali lesioni, in modo da prelevare i campioni per l’esecuzione dell’esame istologico”. Il navigatore è in grado di connettersi a sistemi di acquisizione radiologica come i fluoroscopi; utilizza metodiche uniche e innovative ad ora non comparabili ai sistemi utilizzati in ospedale.