Lo yoga si classifica tra le strategie da proporre a chi, dopo le terapie oncologiche, continua a soffrire di affaticamento, con un impatto negativo sulla qualità di vita. A valutare lo yoga dal punto di vista scientifico è stato uno studio presentato al congresso mondiale di oncologia Asco, condotto su over 60 che hanno già concluso il ciclo di terapie oncologiche. Sono state arruolate 173 persone, il 91% costituito da donne, suddivise in due gruppi: uno ha seguito sei sessioni di yoga in palestra e una ulteriore settimanale a domicilio, mentre l’altro gruppo ha seguito le regole comportamentali Asco, Survivorship Health Education. Come hanno sottolineato i ricercatori, saranno necessari altri studi per approfondire i risultati, ma di sicuro i numeri parlano chiaro. Per il 94% dei partecipanti allo yoga, la tecnica è stata ritenuta utile con un miglioramento significativo della qualità della vita complessiva e della gestione dei disturbi.
A Ragusa hanno voluto subito applicare questo studio e nei locali della ex direzione sanitaria dell’ospedale Civile di Ragusa, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del corso di yoga a cura dell’Unità operativa per l’Educazione e la Promozione della Salute aziendale (U.O.E.P.S.A.), in collaborazione con la Lilt di Ragusa a favore delle pazienti oncologiche in follow up. La Lilt era rappresentata dalla presidente Maria Teresa Fattori e dalla direttrice sanitaria Stefania Dore, della sede di Marina di Ragusa, che ha ospitato un gruppo amatoriale di tricot a favore delle pazienti del gruppo yoga. Le stesse pazienti, in occasione dell’apertura del corso, hanno fatto dono delle tendine per gli infissi della stanza della pratica, segno di solidarietà e condivisione.
Il corso di yoga è realizzato da Daniela Bocchieri in qualità di insegnante federale di yoga, in collaborazione con il Comune di Ragusa che ha ospitato il gruppo presso il Centro Servizi Culturali di via Diaz per il primo anno di attività. Tra gli obiettivi che il corso si pone si evidenziano: lo scioglimento delle tensioni muscolari e una migliore tolleranza del dolore fisico attraverso dinamiche corrette di respirazione; il raggiungimento di uno stato di rilassamento; una maggiore mobilità anche in presenza di linfedema, una migliore capacità di addormentamento e mantenimento del sonno; una maggiore capacità di attenzione e concentrazione; una maggiore condivisione nel gruppo attraverso dinamiche di selfhelp; un migliore benessere psicofisico.